Nel novarese lo scorso anno sono cresciute le imprese del terziario, ma è rallentato il mercato del lavoro. È quanto emerge dall’Outlook Terziario 2024 elaborato dal Centro Studi sul Piemonte Nord per gli Enti Bilaterali del commercio e dei servizi e presentata lo scorso 22 ottobre.
Lo studio indica come Novara conferma la solidità del suo tessuto imprenditoriale, con turismo e servizi in espansione, ma il mercato del lavoro resta fragile. La sfida per il 2025 sarà trasformare la crescita delle imprese in occupazione stabile e di qualità.
Il 2024 dice che le aziende attive in provincia erano 34.300, di cui 22.479 nel terziario, con un aumento dell’1,7% rispetto a fine 2020, con Novara unica provincia del Quadrante a mostrare una crescita dal periodo della pandemia. Il terziario continua a essere il motore dell’economia locale, con il 65,5% delle attività provinciali e quasi il 42% di quelle del Quadrante Nord del Piemonte, dove, rispetto al 2023 il settore registra una crescita generalizzata dello 0,3%.
Tra le forme giuridiche prosegue la transizione verso strutture più solide: le società di capitali salgono del 3,4% (+264 unità) e raggiungono il 35,8% del totale, la quota più alta tra le province del quadrante. Le imprese individuali restano prevalenti (44,6%) ma crescono solo dello 0,5%, mentre le società di persone scendono del 2,3%.
I tre comparti del terziario mostrano ancora andamenti differenti. Il commercio resta stabile (-0,1%), ma con forti contrasti interni: il dettaglio arretra (-1,8%), soprattutto nei settori moda (-4,1%) e alimentare (-2,8%), mentre l’ingrosso cresce dell’1% e le altre attività commerciali segnano un +5%.
Decisamente meglio il turismo, in aumento dell’1,3% (+43 imprese). Il boom arriva da alberghi e strutture ricettive (+13,5%, +31 unità) e dalle altre attività turistiche (+3,4%), mentre bar e ristoranti perdono lo 0,5%. In tutto si contano 3.399 imprese turistiche, oltre il 70% delle quali nei pubblici esercizi.
In crescita anche i servizi, con un +1,6% e 10.712 aziende attive. Aumentano i servizi alle imprese (+1,8%), quelli alla persona (+1,1%) e le altre attività (+1,9%). Una crescita diffusa, trainata soprattutto dalle zone fuori capoluogo.
Ma è sul fronte occupazionale che il 2024 mostra segnali di debolezza. Gli avviamenti complessivi in provincia sono stati 57.694, in calo del 5% rispetto all’anno precedente. Il terziario, che concentra oltre l’82% delle nuove assunzioni, ha perso il 5,1%.
Il commercio si distingue in positivo (+10,5%) grazie al dettaglio (+15,6%), mentre l’ingrosso arretra (-5,8%). Il turismo cresce del 6,1%, con buoni risultati per gli alberghi (+5,4%), la ristorazione (+2,9%) e le altre attività turistiche (+13,3%). Male invece i servizi, che perdono il 10,4% delle nuove assunzioni, con cali pesanti nei servizi alle imprese (-16,2%) e alla persona (-5,2%).
Riguardo ai contratti, prevale ancora il tempo determinato (43,5%), stabile rispetto al 2023. Seguono i contratti di somministrazione (22,3%) e quelli a tempo indeterminato (13,3%), in diminuzione.
Il calo colpisce soprattutto le donne (-7,2%) e i giovani sotto i 34 anni (-6%). Crescono invece le assunzioni tra gli over 65 (+13,9%), un dato che riflette i cambiamenti demografici e occupazionali del territorio.
«Per la prima volta da alcuni anni i dati relativi all’anno 2024 ci permettono di parlare di un vero “risveglio imprenditoriale” che speriamo trovi conferma nel corrente 2025», ha sottolineato Luca Trinchitella, presidente dell’Ente Bilaterale del Terziario nella nostra area.
Il prof. Alessandro Minello, relatore dello studio, ha commentato: «Il dato demografico resta negativo, ma è incoraggiante – seppur ancora timido – quello che riguarda il numero di imprese e le assunzioni di personale».















