Le esportazioni del Piemonte orientale perdono il 12,3% nel 2020

Nel corso dell’anno 2020 il valore delle esportazioni delle quattro province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola si è attestato poco sopra ai 9 miliardi di euro, registrando un calo del -12,3% rispetto al 2019. Seppure la flessione sia un dato comune, i territori mostrano delle differenze legate alle diverse specializzazioni produttive, con alcuni settori, come il tessile-abbigliamento, che hanno risentito maggiormente della crisi legata alla pandemia e del diverso peso delle vendite all’estero.

La provincia di Novara, in particolare, che rappresenta il 52,5% delle esportazioni del quadrante, registra la perdita meno pesante, pari al -8,8%, forte anche di un parziale recupero nell’ultimo trimestre dell’anno, dove le esportazioni hanno di fatto eguagliato la performance del corrispondente periodo del 2019.

Il Verbano Cusio Ossola evidenzia un calo annuo del -10,2%, con un peso del 6,5% sull’export del quadrante, seguito dalla provincia di Vercelli, con una diminuzione del -11% e una quota del 25,4% sull’export complessivo dell’Alto Piemonte. Biella, infine, risente di una più pesante contrazione rispetto allo scorso anno, pari al -24,7%, condizionata dalla forte crisi, non solo locale, del comparto tessile-abbigliamento. Il Biellese incide per il 15,6% sul totale dell’export della nuova area di riferimento.

Il risultato complessivo del quadrante, pari al -12,3%, appare sostanzialmente allineato alla media dell’intero Piemonte, che si attesta a -12,7%.

Le vendite all’estero delle provincie di Biella, Novara, Vercelli e VCO rappresentano il 22,2% del totale delle esportazioni piemontesi, percentuale che cresce in modo significativo in alcuni settori. Limitandosi all’analisi delle specializzazioni produttive che esprimono, nell’ordine, i più importanti valori assoluti, si rileva come le esportazioni del tessile-abbigliamento dell’area rappresentino ben il 77,6% del totale del Piemonte, i macchinari il 24,8%, i prodotti chimici il 36,9% e gli articoli farmaceutici il 68,3%.

Guardando ai principali mercati di destinazione, Germania e Francia si confermano i principali partner commerciali per tutte le realtà provinciali, con alcuni importanti differenze. Pur considerando l’importanza della Svizzera e del Regno Unito (quest’ultimo ormai fuori dall’Unione Europea), Verbano Cusio Ossola e Novara vedono una maggiore incidenza del mercato UE post Brexit, rispettivamente con il 61,7% e il 57,8%, mentre Biella e Vercelli (rispettivamente con una quota UE del 48,0% e del 49,6%) mostrano una maggiore propensione verso i mercati extra europei.

Le attività manifatturiere, che segnano nel complesso un calo del -9%, costituiscono la componente quasi esclusiva dell’export provinciale novarese. La provincia di Novara è stata, dopo Cuneo, quella a soffrire la minore contrazione sul fronte delle vendite all’estero, tenuto conto che il confronto avviene rispetto al 2019, anno non condizionato dalla pandemia. Considerando le variazioni dei settori con maggiore peso in valore assoluto, i macchinari registrano una contrazione del -7,2%, le sostanze e prodotti chimici, grazie ad una ripresa nell’ultimo trimestre dell’anno, si attestano al +0,3%mentre il tessile abbigliamento registra un -8,9%. Prevedibile, seppure con valori assoluti meno significativi, la forte crescita del comparto farmaceutico e chimico medicinale, pari al +28,5%.

Per quanto riguarda i mercati di destinazione, l’Unione Europea assorbe il 57,8% delle vendite all’estero, registrando un calo del -6,3% rispetto all’anno 2019. La quota dell’export extra UE si attesta al 42,2%, in calo del -12%. Tra le numerosi flessioni a doppia cifra emerge la maggior tenuta dell’export verso la Francia (-1,1%) e la crescita verso alcuni Paesi, come Polonia, Cina (quest’ultima con un +84,1%, seppure con valori assoluti di minore rilievo) e Belgio, che chiudono la classifica dei dieci principali mercati di destinazione.

«Gli effetti dell’emergenza Covid-19 hanno frenato pesantemente le vendite oltre confine delle nostre imprese, anche per via delle inevitabili restrizioni imposte alla mobilità internazionale – commenta Fabio Ravanelli, presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli, Novara, Verbano Cusio Ossola -. Quella dell’Alto Piemonte è un’area che possiede una forte vocazione agli scambi con l’estero: pur con alcune differenze settoriali, già nel corso del 2020 si intravedono segnali di risalita, che vanno assolutamente sostenuti e potenziati. Per questo la via da perseguire è la vaccinazione aziendale: la priorità è consentire alle imprese, soprattutto quelle export-oriented, di tornare a lavorare a pieno regime, che significa spostarsi per offrire i propri prodotti e servizi e poterlo fare in sicurezza».

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Le esportazioni del Piemonte orientale perdono il 12,3% nel 2020

Nel corso dell’anno 2020 il valore delle esportazioni delle quattro province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola si è attestato poco sopra ai 9 miliardi di euro, registrando un calo del -12,3% rispetto al 2019. Seppure la flessione sia un dato comune, i territori mostrano delle differenze legate alle diverse specializzazioni produttive, con alcuni settori, come il tessile-abbigliamento, che hanno risentito maggiormente della crisi legata alla pandemia e del diverso peso delle vendite all’estero. La provincia di Novara, in particolare, che rappresenta il 52,5% delle esportazioni del quadrante, registra la perdita meno pesante, pari al -8,8%, forte anche di un parziale recupero nell’ultimo trimestre dell’anno, dove le esportazioni hanno di fatto eguagliato la performance del corrispondente periodo del 2019. Il Verbano Cusio Ossola evidenzia un calo annuo del -10,2%, con un peso del 6,5% sull’export del quadrante, seguito dalla provincia di Vercelli, con una diminuzione del -11% e una quota del 25,4% sull’export complessivo dell’Alto Piemonte. Biella, infine, risente di una più pesante contrazione rispetto allo scorso anno, pari al -24,7%, condizionata dalla forte crisi, non solo locale, del comparto tessile-abbigliamento. Il Biellese incide per il 15,6% sul totale dell’export della nuova area di riferimento. Il risultato complessivo del quadrante, pari al -12,3%, appare sostanzialmente allineato alla media dell’intero Piemonte, che si attesta a -12,7%. Le vendite all’estero delle provincie di Biella, Novara, Vercelli e VCO rappresentano il 22,2% del totale delle esportazioni piemontesi, percentuale che cresce in modo significativo in alcuni settori. Limitandosi all’analisi delle specializzazioni produttive che esprimono, nell’ordine, i più importanti valori assoluti, si rileva come le esportazioni del tessile-abbigliamento dell’area rappresentino ben il 77,6% del totale del Piemonte, i macchinari il 24,8%, i prodotti chimici il 36,9% e gli articoli farmaceutici il 68,3%. Guardando ai principali mercati di destinazione, Germania e Francia si confermano i principali partner commerciali per tutte le realtà provinciali, con alcuni importanti differenze. Pur considerando l’importanza della Svizzera e del Regno Unito (quest’ultimo ormai fuori dall’Unione Europea), Verbano Cusio Ossola e Novara vedono una maggiore incidenza del mercato UE post Brexit, rispettivamente con il 61,7% e il 57,8%, mentre Biella e Vercelli (rispettivamente con una quota UE del 48,0% e del 49,6%) mostrano una maggiore propensione verso i mercati extra europei. Le attività manifatturiere, che segnano nel complesso un calo del -9%, costituiscono la componente quasi esclusiva dell'export provinciale novarese. La provincia di Novara è stata, dopo Cuneo, quella a soffrire la minore contrazione sul fronte delle vendite all’estero, tenuto conto che il confronto avviene rispetto al 2019, anno non condizionato dalla pandemia. Considerando le variazioni dei settori con maggiore peso in valore assoluto, i macchinari registrano una contrazione del -7,2%, le sostanze e prodotti chimici, grazie ad una ripresa nell’ultimo trimestre dell’anno, si attestano al +0,3%mentre il tessile abbigliamento registra un -8,9%. Prevedibile, seppure con valori assoluti meno significativi, la forte crescita del comparto farmaceutico e chimico medicinale, pari al +28,5%. Per quanto riguarda i mercati di destinazione, l'Unione Europea assorbe il 57,8% delle vendite all’estero, registrando un calo del -6,3% rispetto all’anno 2019. La quota dell’export extra UE si attesta al 42,2%, in calo del -12%. Tra le numerosi flessioni a doppia cifra emerge la maggior tenuta dell’export verso la Francia (-1,1%) e la crescita verso alcuni Paesi, come Polonia, Cina (quest’ultima con un +84,1%, seppure con valori assoluti di minore rilievo) e Belgio, che chiudono la classifica dei dieci principali mercati di destinazione. «Gli effetti dell’emergenza Covid-19 hanno frenato pesantemente le vendite oltre confine delle nostre imprese, anche per via delle inevitabili restrizioni imposte alla mobilità internazionale - commenta Fabio Ravanelli, presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli, Novara, Verbano Cusio Ossola -. Quella dell’Alto Piemonte è un’area che possiede una forte vocazione agli scambi con l’estero: pur con alcune differenze settoriali, già nel corso del 2020 si intravedono segnali di risalita, che vanno assolutamente sostenuti e potenziati. Per questo la via da perseguire è la vaccinazione aziendale: la priorità è consentire alle imprese, soprattutto quelle export-oriented, di tornare a lavorare a pieno regime, che significa spostarsi per offrire i propri prodotti e servizi e poterlo fare in sicurezza».

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