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Alta Velocità: Cirio vuole una fermata in Val di Susa, Novara continua a essere esclusa

Alta Velocità: Cirio vuole una fermata in Val di Susa, Novara continua a essere esclusa dalla possibilità di essere inserita fra le tappe del Frecciarossa che collega il Nord Italia alla Francia. «Siamo finalmente riusciti a ripristinare un collegamento internazionale importantissimo e proseguiamo il lavoro per riconnettere il Piemonte alle destinazioni principali e portare la nostra regione nel cuore dell’Europa. Il prossimo obiettivo adesso è fare in modo che questa linea abbia una fermata nelle nostre splendide Valli Olimpiche», commentano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti Marco Gabusi, in seguito alla partenza nei giorni scorsi del servizio Frecciarossa Torino-Lione-Parigi.

«Siamo già al lavoro per rendere ancora più attrattiva questa la linea verso il pubblico francese e a servizio del nostro territorio, in particolare delle nostre vallate turistiche – proseguono Cirio e Gabusi – Abbiamo già chiesto a Trenitalia di prevedere una sosta in Val Susa a Bardonecchia o Oulx. Una opportunità per valorizzare tutte il nostro territorio, favorendo l’arrivo di turisti italiani e stranieri in una valle conosciuta in tutto il mondo per le stazioni sciistiche e per le bellezze naturali, oltre che per la sua storia e le sue tradizioni».

Opportunità che Novara dovrà ancora attendere, a tempo indeterminato viene da dire. La richiesta a Cirio e Gabusi di una fermata novarese della linea ad Alta velocità era stata riproposta la primavera scorsa dalle associazioni ambientaliste locali, che avevano incontrato i due esponenti della giunta regionale durante il tour legato al dibattito sull’utilizzo dei fondi del Recovery Plan (leggi qui).

Rfi aveva risposto: «Alcuni anni fa la Regione Piemonte ha richiesto uno studio per lo sviluppo del sistema di trasporto pubblico sull’asse Torino – Milano per valutare gli effetti dell’inserimento di una o più fermate sulla linea alta velocità fra Torino e Milano, individuando la collocazione migliore fra quelle richieste dagli stakeholders. Gli esiti del progetto, che analizzava cinque diversi scenari (quattro prevedevano la realizzazione di una o più fermate e una la riorganizzazione dei servizi), sono stati presentati a febbraio 2019 e la soluzione di riorganizzazione/potenziamento dei servizi regionali è risultata preferibile. Rfi non ha avuto indicazioni recenti al riguardo dalla Regione che aveva richiesto lo studio e alla quale, nel caso, competerebbe la riprogrammazione dei servizi regionali». Dunque nessuna novità su un’ipotetica fermata a Novara, dal 2019.

E nessuna buona nuova sembra proprio arrivare dai progetti inseriti nel Pnrr. L’unica certezza, al momento, è il potenziamento del Boschetto, ritenuto un terminal strategico per la logistica . Per cui i novaresi si sorbiranno cinque anni di cantieri, con quali ricadute in termini occupazionali sul territorio? Tema che abbiamo toccato con l’assessore all’Urbanistica Valter Mattiuz, che nei giorni scorsi ha illustrato il progetto di Rfi (leggi qui). Alla domanda ha risposto, con onestà: «E’ difficile fare previsioni, non trattandosi di logistica diretta, come quella di Amazon per capirci». Come conferma l’assessore, nel piano presentato da Rfi non se ne parla, «al momento il progetto ha avuto la ricaduta di dare vita a 971 tavoli tecnici».

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Elena Ferrara

Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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