Stazione di Novara, tra promesse disattese e silenzi: il bar resta chiuso e sui lavori nessuna certezza

La situazione di uno degli scali ferroviari più importanti del Piemonte

Doveva riaprire «entro la fine dell’anno» nel 2023, ma ad oggi – agosto 2025 – il bar della stazione di Novara resta chiuso, con le serrande abbassate in un quadro che sa di resa. Una situazione che ormai è diventata simbolo di una riqualificazione annunciata e mai realmente completata.

La storia è nota: nel gennaio 2023 La Voce aveva documentato come l’area bar, inaccessibile da quattro anni, versasse in uno stato di completo abbandono, suscitando l’indignazione di pendolari e cittadini. A maggio dello stesso anno, con l’avvio dei lavori di riqualificazione della stazione, Rfi aveva promesso che il bar sarebbe tornato operativo «entro fine anno». Ma a novembre 2024, la realtà era ancora la stessa: porte sbarrate fino a data da destinarsi.

Nel frattempo, piccoli interventi di sistemazione hanno interessato l’interno dello scalo ferroviario, ma l’impressione generale resta quella di un’occasione persa. La stazione, crocevia quotidiano per centinaia di viaggiatori, continua a trasmettere un senso di incompiutezza. I tabelloni digitali sono spesso guasti, i servizi igienici non sempre accessibili, l’illuminazione scarsa nelle ore serali. E il bar – che dovrebbe essere un punto di ristoro e accoglienza per chi arriva o parte – è oggi l’emblema di una gestione che appare incapace di restituire dignità a un luogo centrale della città.

Di fronte al dedalo di competenze e responsabilità tra Ferrovie dello Stato, Rete Ferroviaria Italiana e le società che gestiscono le attività negli scali, anche il comune di Novara sembra impotente: chiamato spesso in causa dai cittadini, ma nei fatti con margini di intervento limitati. Una condizione che finisce per alimentare la frustrazione e il senso di abbandono.

A distanza di oltre due anni dagli annunci di rilancio, la domanda è inevitabile: cosa non ha funzionato? E soprattutto, quanto ancora si dovrà aspettare per vedere una stazione all’altezza di una città come Novara? In un contesto in cui le infrastrutture ferroviarie stanno vivendo profonde trasformazioni in tutta Italia, Novara sembra rimanere al palo. E a pagare il prezzo di questa stagnazione sono ancora una volta i cittadini, pendolari e viaggiatori occasionali, che ogni giorno attraversano uno spazio che avrebbe bisogno non solo di interventi strutturali, ma anche – e soprattutto – di una visione.

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Immagine di Luca Galuppini

Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Stazione di Novara, tra promesse disattese e silenzi: il bar resta chiuso e sui lavori nessuna certezza

La situazione di uno degli scali ferroviari più importanti del Piemonte

Doveva riaprire «entro la fine dell’anno» nel 2023, ma ad oggi – agosto 2025 – il bar della stazione di Novara resta chiuso, con le serrande abbassate in un quadro che sa di resa. Una situazione che ormai è diventata simbolo di una riqualificazione annunciata e mai realmente completata.

La storia è nota: nel gennaio 2023 La Voce aveva documentato come l’area bar, inaccessibile da quattro anni, versasse in uno stato di completo abbandono, suscitando l’indignazione di pendolari e cittadini. A maggio dello stesso anno, con l’avvio dei lavori di riqualificazione della stazione, Rfi aveva promesso che il bar sarebbe tornato operativo «entro fine anno». Ma a novembre 2024, la realtà era ancora la stessa: porte sbarrate fino a data da destinarsi.

Nel frattempo, piccoli interventi di sistemazione hanno interessato l’interno dello scalo ferroviario, ma l’impressione generale resta quella di un’occasione persa. La stazione, crocevia quotidiano per centinaia di viaggiatori, continua a trasmettere un senso di incompiutezza. I tabelloni digitali sono spesso guasti, i servizi igienici non sempre accessibili, l’illuminazione scarsa nelle ore serali. E il bar – che dovrebbe essere un punto di ristoro e accoglienza per chi arriva o parte – è oggi l’emblema di una gestione che appare incapace di restituire dignità a un luogo centrale della città.

Di fronte al dedalo di competenze e responsabilità tra Ferrovie dello Stato, Rete Ferroviaria Italiana e le società che gestiscono le attività negli scali, anche il comune di Novara sembra impotente: chiamato spesso in causa dai cittadini, ma nei fatti con margini di intervento limitati. Una condizione che finisce per alimentare la frustrazione e il senso di abbandono.

A distanza di oltre due anni dagli annunci di rilancio, la domanda è inevitabile: cosa non ha funzionato? E soprattutto, quanto ancora si dovrà aspettare per vedere una stazione all’altezza di una città come Novara? In un contesto in cui le infrastrutture ferroviarie stanno vivendo profonde trasformazioni in tutta Italia, Novara sembra rimanere al palo. E a pagare il prezzo di questa stagnazione sono ancora una volta i cittadini, pendolari e viaggiatori occasionali, che ogni giorno attraversano uno spazio che avrebbe bisogno non solo di interventi strutturali, ma anche – e soprattutto – di una visione.

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.