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Ricoveri Covid, numeri critici in Piemonte e a Novara

È preoccupante la situazione dei ricoveri in Piemonte, che da tempo è ai vertici del tasso di occupazione dei posti letto dedicati al Covid. Con lunedì 16 novembre sale al 93,2% dei posti per i ricoveri non critici (dato più alto fra le regioni italiane) e al 52% dei posti di terapia intensiva (dietro a Umbria e Lombardia).

A lunedì in Piemonte sono 5.047 i pazienti ricoverati in area non critica, nuovo numero record di questa pandemia, che fa salire a 116,5 il numero di ricoveri ogni 100mila abitanti (più del doppio della media italiana che è 53,9, con Lombardia a 78,5 e Veneto a 40,5), un dato di poco inferiore solo ai 120 della Valle d’Aosta. Ma nell’ultima settimana nella nostra regione il numero è cresciuto del 24% sulla precedente, mentre il Valle d’Aosta il trend di crescita si è fermato. Soprattutto i 5.047 ricoverati rappresentano il 93,2% dei 5.442 posti ospedalieri di “area non critica” disponibili (fonte: Agenas, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ultimo dato pubblicato del 13 novembre). Inoltre il dato di lunedì è il +53% del picco di ricoveri della prima ondata, raggiunto il 7 aprile a quota 3.553.

 

Anche sui ricoveri in terapia intensiva il Piemonte mostra dati preoccupanti anzitutto essendo tra le 12 Regioni oltre la soglia critica individuata dal Ministero della Salute al 30% dei posti disponibili. Al 16 novembre in Piemonte ci sono 378 pazienti in terapia intensiva, cioè il 52% dei 727 posti, fra disponibili e attivabili (fonte: Agenas, 13 novembre). Quest’ultimo valore di ieri, record della seconda ondata, è tuttavia inferiore del 17% rispetto al top della prima ondata: 453 ricoveri il 2 aprile scorso.

Sono questi i numeri che fanno dire che l’emergenza Covid è ancora ben presente e il Piemonte è tra le regioni che più ne soffrono, anche se l’indice che misura la possibilità di contagio, il famoso “Rt”, nell’ultima rilevazione è sceso a 1,37 dal precedente 1,97 (e 2,16 la settimana prima ancora), quindi raggiungendo un valore che è tra quelli da “scenario 3”, ovvero “zona arancione”, se non fosse per la criticità nella tenuta del sistema sanitario.

 

 

ALL’OSPEDALE DI NOVARA

E la situazione novarese? La nostra provincia si stava segnalando tra quelle lombardo-piemontesi a minor crescita di contagi. L’incidenza media dell’ultima settimana a 587,8 casi su 100mila abitanti nell’area è superiore solo a quella di Asti e indica una media di 310 nuovi positivi al giorno, ma il dato di lunedì 16 di 643 nuovi casi (che rende Novara la seconda provincia d’Italia più “contagiata” in proporzione alla popolazione) rispetto ai 40 nuovi di domeniva e ai 135 di sabato, induce a sospendere il giudizio in attesa di una stabilizzazione dei numeri.

È invece possibile avere un quadro più puntuale della situazione Covid del nostro territorio, sulla base dei numeri di pazienti ospedalizzati al Maggiore, anche grazie alla continua e trasparente diffusione dei dati da parte dell’azienda universitaria ospedaliera.

Situazione che, in perfetta linea con quella regionale, è critica. Al Maggiore, in virtù del crescente presentarsi di persone affette da coronavirus e in condizioni non gestibili in casa, a partire dal 21 ottobre scorso sono stati attivati sei nuovi reparti Covid (l’ultimo è notizia di ieri, lunedì) e un nuovo reparto di terapia subintensiva, che ha portato la capienza complessiva di posti per malati di coronavirus a 261, contemporaneamente contraendo del 40% il numero di posti letto dedicati a pazienti di altre patologie, verso i quali sono state sospese le prestazioni non urgenti.

 

Al Maggiore, domenica 15, prima di quest’ultimo nuovo reparto da 14 posti, si era raggiunto il 99,6% della capienza (246 ricoverati tra reparti e terapia intensiva su 247 posti disponibili), a cui è stato fatto fronte anche con trasferimenti in altra struttura sanitaria. Negli ultimi dieci giorni dal Maggiore sono stati trasferiti 27 pazienti e si sono avute 49 dimissioni di pazienti guariti.

I CONTAGI IN PIEMONTE

Tra gli altri indicatori della situazione pandemica, a fronte del fatto che il numero dei contagi è da considerarsi ampiamente sottostimato, è diventato rappresentativo quello del rapporto tra casi positivi e casi testati (i tamponi “diagnostici” eseguiti la prima volta su una persona). Con lunedì 16 in Piemonte questo rapporto è al 36%, un dato alto (media nazionale 30,7%, ma con Lombardia 56,7% e Veneto 55,5%) tuttavia inferiore al 45,3% del giorno prima e alquanto stabile dal 7 novembre. quindi da considerarsi un altro segnale di prossimità al raggiungimento del picco di contagi.

In parallelo anche la percentuale di casi positivi sul totale dei tamponi eseguiti, lunedì in Piemonte 21,9%, mostra un andamento discendente dai valori di domenica e dei primi giorni di novembre.

In ogni caso lunedì 16 in Piemonte sono stati ufficialmente registrati 3.476 nuovi casi positivi, di cui 1.111 asintomatici (32%). 264 nuovi positivi sono stati registrati tra le residenze per anziani e sociosanitarie e 210 in ambito scolastico.

 

 

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Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

0 risposte

  1. Certo se la medicina di base è gravemente insufficentedobbiamo ricoverare anche chi può iniziare le cure a casa. Se non ci sono posti di convalescenza sicuri chi viene dimesso infetta i conviventi e vicini soprattutto se in spazi ristretti condominiali. Non si può concentrare tutto sull ospedale.

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