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Ricordati i Martiri di Vignale nel 77° anniversario dell’eccidio

Ieri mattina, domenica 29 agosto, tradizione commemorazione nella frazione a nord del capoluogo dei tredici giovani fucilati nel 1944 dai nazifascisti. L'assessore Moscatelli: «La libertà deve essere difesa ogni giorno»

Tradizione e ricordo. Come accade da tempo, l’ultima domenica del mese di agosto coincide con la commemorazione dei “Tredici Martiri di Vignale”. Il tredici giovani – Renato Crestanini, Giovanni e Natale Diotti, Fausto Gatti, Igino Mancini, Secondo Passera, Erminio Sara, Orione e Spartaco Berto, Antonio Denti, Pietro Milinari, Giuseppe Schiorlini e Angelo Saini, tutti all’epoca minorenni – fucilati il 26 agosto 1944 nella frazione a nord del capoluogo tra il ponte della “provinciale” e quello della ferrovia per essersi rifiutati di arruolarsi tra le forze della repubblica di Salò.


Cerimonia semplice, come sempre, organizzata dall’Anpi e da Assoarma. Una funzione religiosa nella chiesa di Vignale e poi un corteo guidato dalle autorità (presente anche il nuovo prefetto Francesco Garsia) che, con diversi partecipanti impegnati a intonare canti della Resistenza, raggiunge i luoghi dove sono posizionati i due cippi.


A prendere la parola anche in questa circostanza è stata l’assessore Silvana Moscatelli, che non ha potuto non collegare la drammatica esperienza dei quei momenti, ai venti mesi dell’occupazione tedesca durante lo scorcio finale dell’ultimo conflitto mondiale, all’attualità dell’Afghanistan: «Non possiamo restare indifferenti di fronte a quello che accade in quel Paese – ha detto – Sono avvenimenti che ci devono fare riflettere. Le immagini di oggi, dove si vedono giovani si aggrappano ai carrelli di un aereo in partenza o una madre che affida il proprio figlio a uno sconosciuto pur di cercare di garantirgli un futuro, devono farci capire come importante sia la libertà, che deve essere difesa ogni giorno».

E ancora: «I “Tredici Martiri”, questi tredici giovani, hanno dato la loro vita per un ideale in cui hanno creduto sino alla fine. E anche grazie al questo loro sacrificio che possiamo dire di vivere in un Paese libero. Il nostro impegno quotidiano deve essere rivolto anche ad aiutare quelle popolazioni che oggi non possono godere della libertà, un diritto al quale nessuno deve rinunciare».

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Luca Mattioli

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