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Piano vaccini, le linee strategiche della Regione. Ma hub e personale restano nodi ancora irrisolti

Oltre alla prenotazione sul portale, la Regione ha avviato anche la convocazione su telefono cellulare. Accesso diretto per chi ha l'obbligo. Il Borsa è uno dei super hub piemontesi con almeno 500 somministrazioni al giorno, in alcuni casi già superate

In Piemonte, nella giornata di ieri, sono state vaccinate contro il Covid 23.400 persone (1.512 hanno ricevuto la seconda dose e 19.172 la terza). Numeri ancora lontani da quelli che la Regione ha prefissato: 30/35 mila giorno in media. Un obiettivo da raggiungere in breve tempo che, se non verrà raggiunto in pochi giorni, rischia di azzoppare un’altra volta la campagna vaccinale, così come era già successo per le prime dosi.

D’altronde le nuove, seppur necessarie, disposizioni del Governo hanno inevitabilmente creato un ingorgo sugli accessi e questo aspetto avrebbe dovuto essere ampiamente previsto: l’ampliamento delle platee di adesione alla terza dose, l’obbligo vaccinale per alcune categorie (forze dell’ordine, personale socio sanitario e scolastico) la riduzione della durata del Green Pass da 12 a 9 mesi e l’introduzione del Super Green Pass. Iniziative che, ancora una volta, stanno mettendo sotto pressione le macchine regionali e delle aziende sanitarie e creando non poca confusione tra i cittadini.

La ricetta della Regione è semplice, almeno sulla carta. Le dosi di vaccino ci sono: 480 mila tra Moderna, Pfizer e J&J, un milione fino al 31 dicembre con prevalenza delle prime due. Ora bisogna mettere in piedi un piano strategico: un super hub in ogni Asl, gestito da personale interno in grado di somministrare almeno 500 vaccini al giorno; il Borsa è uno dei questi tanto che in alcune giornate di particolare intensità ha già raggiunto le 900 inoculazioni. Poi maggiore coinvolgimento dei medici di base e delle farmacie, riattivazione di centri vaccinali nelle strutture sanitarie e socio assistenziali private, riattivazione di hub privati e aziendali, riproposizione degli open day territoriali in modo particolare durante le festività natalizie.

Cinque linee tattiche che, se messe in atto parallelamente, sarebbero risolutive, ma che si trovano a doversi scontrare con la realtà. Su Novara, ad esempio, l’unico hub in funzione è il Borsa; un secondo sarebbe auspicabile, ma sembra che, legittimamente, la direzione dell’Asl abbia deciso di portare a regime quello esistente (da 5 a 8 linee a partire da 2 dicembre) prima di pensare di metterne in funzione un altro. La carenza di personale, poi, è uno dei nodi principali: i contratti messi in campo con il Piano Arcuri sono scaduti e non verranno rinnovati; si cercano “volontari” tra liberi professionisti, dipendenti dell’ospedale Maggiore e, in modo particolare, medici di base che possano prestarsi anche solo per qualche ora al giorno magari una volta a settimana. Anche la “disaffezione” delle farmacie, dalle 512 aderenti durante il primo ciclo a 250, è un dato da non sottovalutare.

Ieri il governatore Alberto Cirio ha convocato una riunione con i direttori delle Asl piemontesi, gli stessi che qualche giorno prima gli avevano inviato una lettera congiunta contenente tutte le perplessità sulla nuova campagna vaccinale iniziata in corsa. Il presidente non ha dato torto e, qualche ora dopo in conferenza stampa, ha detto che «quando si lavora posso capitare momenti di tensione».

Le prenotazioni per la terza dose

Oltre alla prenotazione diretta sul portale https://www.ilpiemontetivaccina.it/preadesione/#/ (tranne over80 e fragili che vengono chiamati direttamente) la Regione ha avviato anche la convocazione su telefono cellulare: chi ha maturato i cinque mesi dall’ultima dose, riceverà un sms con la proposta per la dose booster in una data che non supera la validità del proprio Green Pass. Le prenotazioni già effettuate restano valide. La modifica dell’appuntamento può essere effettuata sempre sul portale dedicato. La vaccinazione può essere prenotata direttamente anche nelle farmacie aderenti o dal proprio medico di base se vaccinatore.

L’obiettivo della Regione è comunque quello di dare priorità alle persone più fragili: «Non avrebbe senso che un 18enne abbia la possibilità di vaccinarsi prima di un 75enne» ha commentato Cirio durante la conferenza stampa.

Su questo aspetto il Comitato Tecnico Scientifico nazionale è stato chiaro: entro 9 mesi la copertura del vaccinale c’è, dunque è necessario dare priorità alle persone più fragili e alle categorie quelle per cui il vaccino è obbligatorio.

Dal 1 dicembre l’accesso diretto è garantito alle categorie con obbligo vaccinale: personale scolastico, operatori socio sanitari, forze dell’ordine oltre alle prime dosi e a chi ha il Green Pass in scadenza nelle 72 ore successive.

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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