Una mattinata di raccoglimento e memoria, quella che si è svolta oggi a Novara per ricordare una delle pagine più dolorose della storia della città. Nel luogo simbolo dell’eccidio del 24 ottobre 1944, l’amministrazione comunale, le autorità civili e militari, le associazioni e gli studenti hanno reso omaggio ai quattordici uomini fucilati per rappresaglia dalle truppe nazifasciste.
Quattordici vite spezzate con l’obiettivo di spezzare anche il legame tra Novara e la Resistenza, ma da quel sangue – come ha ricordato l’assessore alla Cultura Luca Piantanida – è germogliato «il seme della libertà».
«Erano padri, figli, lavoratori – ha detto Piantanida – uomini che hanno creduto in un’Italia libera e giusta. Il loro sacrificio ha dato significato alle parole libertà, democrazia e dignità. Come amministrazione sentiamo il dovere di costruire e mantenere viva la memoria, affinché tutti sappiano che la libertà è una conquista pagata a caro prezzo». A prendere la parola anche il consigliere comunale Davide Molinari, che ha sottolineato come «ricordare i sacrifici di chi ha combattuto per la libertà sia un dovere morale e civile».
L’orazione ufficiale è stata affidata a Gianni Galli, che ha ripercorso la storia dei martiri novaresi con un intenso parallelismo tra le vicende della Resistenza e le guerre che ancora oggi insanguinano il mondo. Un messaggio attuale, che invita a riflettere su quanto la pace e la libertà non siano mai conquiste definitive, ma valori da custodire e difendere ogni giorno.















