Le minoranze in consiglio comunale a Novara scelgono di presentarsi compatte e lo fanno partendo dal Dup, il Documento unico di programmazione. Quarantanove emendamenti, firmati e condivisi da tutti i gruppi, sono stati illustrati in conferenza stampa questa mattina, 24 settembre, come atto politico prima ancora che come proposta amministrativa. «Per la prima volta in questa consiliatura – ha spiegato il capogruppo del Pd, Nicola Fonzo – abbiamo deciso di muoverci insieme, sottoscrivendo unitariamente e condividendo preliminarmente gli emendamenti. È un passaggio che segna l’avvio di un percorso: guardiamo già al 2027 e stiamo costruendo una coalizione che vuole essere l’alternativa alla destra».
Accanto al Pd anche il Movimento 5 Stelle ha voluto sottolineare il valore di questa compattezza. «Con la presentazione degli emendamenti – ha dichiarato il capogruppo Mario Iacopino – vogliamo rappresentare una visione non solo alternativa, ma necessaria per la città. L’attuale amministrazione ha mostrato una linea che non condividiamo: servono più sostenibilità, più spazi verdi, più luoghi di aggregazione». Un approccio che, nelle parole di Iacopino, «è parte di un percorso politico che guarda al 2027, con una visione alternativa a dieci anni di governo di centrodestra».
La compattezza, rivendicata anche dal capogruppo di Demos Piergiacomo Baroni, ha avuto il sapore di un banco di prova per un “campo largo” che si allarga oltre i confini del consiglio comunale. Fonzo ha ricordato infatti i primi incontri con forze che non hanno rappresentanza a Palazzo Cabrino – da Avs a Italia Viva, da Azione a +Europa – con l’obiettivo di dar vita a un progetto comune. Una costruzione che, nelle intenzioni delle opposizioni, dovrà radicarsi anche nei quartieri grazie alle prossime nomine dei rappresentanti delle consulte, con il coinvolgimento diretto della cittadinanza.
Sul piano dei contenuti, gli emendamenti mettono al centro alcuni temi considerati prioritari: la domiciliarità per anziani e disabili, con oltre duecento famiglie in lista d’attesa; l’emergenza abitativa, affrontata finora solo con un tavolo convocato nel 2022; la sicurezza, che secondo le minoranze è peggiorata mentre l’organico della polizia locale rimane sotto le necessità; la gestione del verde e le compensazioni legate alla logistica; fino alla richiesta di maggiore attenzione al turismo, al commercio e alla cultura, giudicati oggi privi di visione.
Accanto alle proposte, non sono mancate le critiche alla maggioranza. «Abbiamo visto in commissione una totale mancanza di competenza da parte di molti assessori – ha attaccato Rossano Pirovano – e perfino sugli atti emergono incongruenze: il sindaco parla di vendere lo stadio Piola per sistemare l’Alcarotti, ma nel piano delle alienazioni è scritto l’opposto». Parole dure anche da parte di Sara Paladini, che ha definito «superficiale» l’azione del centrodestra, «limitata a riproporre iniziative di altri soggetti senza idee proprie».
Al centro del percorso condiviso c’è la necessità di ridare fiducia a chi si è allontanato dalle urne come ha ricordato la consigliera dem Cinzia Spilinga: «Stiamo costruendo un cammino di senso e una visione diversa per Novara. Dall’altra parte si vede un fronte frastagliato, mentre noi vogliamo dare il segnale di un centrosinistra che non pensa alle beghe interne ma a un progetto di città più sostenibile, internazionale, turistica e attenta agli ultimi». Sullo stesso tono si è espresso il collega Mattia Colli Vignarelli, che ha richiamato anche temi globali come il conflitto a Gaza per sottolineare il valore di un impegno dal basso: «O facciamo finta che certe tragedie non esistano, oppure crediamo nella forza delle persone che si uniscono per costruire un mondo più giusto, a partire dalle comunità locali. È questo lo spirito con cui stiamo portando avanti emendamenti e percorso politico. La sfida è coinvolgere i cittadini e lavorare insieme, perché solo così possiamo vincere».
La conferenza stampa si è chiusa con uno sguardo al futuro. Non si è trattato, hanno ribadito più volte i consiglieri, di una sterile opposizione ma di un tentativo di delineare un progetto alternativo. «Questo è solo l’inizio – ha concluso Fonzo –. Non sarà l’ultimo momento in cui le opposizioni si muoveranno insieme, non solo nella fase del voto ma anche nella costruzione di una visione comune. Nel 2027 chi non si riconosce nella destra deve poter contare su una proposta credibile e vincente».




