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Imprenditoria e intercultura. Così Anna Ida Russo è Novarese dell’Anno

È manager dell'azienda di famiglia, la Trasgo, e si occupa di sostegno a profughi e immigrati anche attraverso l’associazione Ohana

L’imprenditrice Anna Ida Russo, 49 anni, è fra i tre Novaresi dell’Anno e domani, venerdì 20 gennaio, alle 18 al Teatro Faraggiana riceverà il Sigillum Communitatis Novariae. La motivazione è doppia: per l’attività manageriale che svolge nell’azienda di famiglia di trasporto e logistica, la Trasgo, e per il suo impegno di sostegno a profughi e immigrati anche attraverso l’associazione Ohana.

Fino all’altro ieri non era nemmeno sicura di poter partecipare alla premiazione: da tempo, infatti, aveva prenotato un aereo per Gerusalemme dove è stata invita a un convegno proprio sul tema dei rifugiati siriani in Turchia.

«Sono riuscita a posticipare il viaggio a sabato 21: potrò, quindi, partecipare alla cerimonia, ma non alle celebrazioni di domenica nella basilica di San Gaudenzio – racconta -. Sono onorata di aver ricevuto questo riconoscimento e non me lo aspettavo davvero. Quello con l’università palestinese di Al-Quds e con le associazioni locali che si occupano di accoglienza è un impegno preso da tempo e proprio il 22 dovrò parlare durante il convegno. Da sempre sono appassionata di Medio Oriente, ma solo dopo la grande migrazione del 2015 della popolazione siriana verso la Turchia e la Grecia me ne sono occupata direttamente. Abbiamo iniziato a raccogliere materiale e, attraverso la mia azienda, a spedire verso i campi profughi almeno un camion al mese. Negli anni abbiamo intrecciato numerosi contatti tanto da riuscire a sviluppare diversi progetti tra cui l’apertura della Casa di Susanna, un asilo ad Aleppo voluto da Claudia Cucino in memoria della figlia, insieme ad altri di inserimento nel mondo lavorativo di profughe rimaste orfane o vedove».

Anna Ida Russo è attiva anche sul territorio in qualità di presidente dell’associazione Ohana che si occupa proprio di sostegno in situazioni di urgenza, accoglienza, assistenza e progetti educativi. «Spesso mi chiedono perché mi dedico a problemi così lontani: in realtà non sono lontani affatto – prosegue -. Geograficamente sono solo sull’altra sponda del Mediterraneo e poi sono situazioni che hanno effetti e conseguenze anche sul quadro geopolitico europeo. A livello imprenditoriale si parla di globalizzazione, mentre sembra che le situazioni di accoglienza non ci appartengano. Non è così: se il mondo deve essere globale, come è giusto che sia, lo deve essere sotto ogni aspetto. In Ohana siamo continuamente alla ricerca di volontari che possano darci una mano, in particolare nel negozio di corso XXIII Marzo. Ma li invitiamo anche a frequentare i corsi che promuoviamo al Circolo dei lettori di lingua e cultura araba con Cesare Ruggieri e di comunicazione interculturale con Consuelo Vignarelli».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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