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Green Pass obbligatorio, «Esercenti a disagio, si scelga l’autocertificazione»

Il presidente Fipe Confcommercio Alto Piemonte esprime, ancora una volta, molte perplessità sul fatto che debbano essere gli addetti ad accertare la certificazione all'ingresso dei locali

Da oggi, venerdì 6 agosto, 270 mila bar e ristoranti saranno pronti, pur tra notevoli difficoltà organizzative, al controllo dei green pass dei clienti che consumeranno al tavolo all’interno dei locali. Non manca tuttavia chi, soprattutto tra i baristi, ha scelto di eliminare il consumo al tavolo perché non in grado di garantire il controllo dei certificati.

La “denuncia” arriva dal presidente di Fipe Confcommercio Alto Piemonte, Massimo Sartoretti, che già nelle scorse settimane aveva espresso molte perplessità sul fatto che debbano essere gli esercenti ad accertare il green pass all’ingresso dei locali.

«L’ipotesi di dover controllare anche i documenti di identità viene vissuta con profondo disagio dagli esercenti perché rappresenta un atto di sfiducia nei riguardi dei clienti e una forzatura perché gli imprenditori e gli addetti non possono svolgere funzioni da pubblico ufficiale – spiega Sartoretti -. La responsabilità dell’uso improprio del green pass non può ricadere sulle imprese ed è per questo che fin dall’inizio abbiamo sostenuto la procedura dell’autocertificazione, cioè dell’assunzione di responsabilità individuale, che è stata alla base di tutte le norme varate nei momenti più complicati della pandemia. Occorre immediatamente mettere mano al decreto legge per correggere una distorsione che le imprese faranno fatica ad applicare. Inoltre va segnalata la difficoltà di quel 40% di imprese che non hanno spazi esterni che si troveranno a respingere i turisti che provengono da quei Paesi che hanno somministrato vaccini non riconosciuti dall’EMA. Un bel paradosso in piena stagione turistica».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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