Città della Salute, la Regione approva il nuovo piano finanziario: +111 milioni di euro

L'aggiornamento è passato con i soli voti della maggioranza; il Pd non ha partecipato al voto, contro il M5S. Ma serve ancora la valutazione del Ministero della Salute

Il consiglio regionale ha approvato, nella seduta di ieri (martedì), l’aggiornamento del quadro economico per la realizzazione della nuova Città della Salute e della Scienza di Novara: 111 milioni in più che fanno lievitare i costi dell’opera da 419 milioni a 530. È stato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi a ripercorrere «l’iter particolarmente complesso che nel 2019 abbiamo trovato bloccato dall’allora ministra Grillo e che successivamente abbiamo dovuto rifinanziare con 99 milioni di euro, dopo che la gara era andata deserta. L’ulteriore incremento dei costi di costruzione e il rincaro dei prezzi delle materie prime hanno indotto la Direzione dell’Azienda Ospedaliera di Novara a sospendere anche la seconda gara e a rivedere il progetto e il piano finanziario dell’opera, che rappresenta una priorità assoluta per il territorio novarese e il Piemonte. Rimangono inalterati il contributo pubblico per la quota spettante allo Stato (189.519.300 euro) e per la quota spettante alla Regione (9.974.700 euro), mentre aumenta la quota del privato. Ringrazio il Consiglio per questa approvazione, che tutti ci auguriamo possa finalmente consentire di portare a buon fine l’esito della gara di appalto».

A questo punto la documentazione tecnica ed amministrativa, insieme alla relazione dell’azienda ospedaliera sarà nuovamente trasmessa al Ministero della Salute per la valutazione sulla conformità delle variazioni rispetto all’accordo stipulato nel 2022. Se tutto verrà valutato positivamente, il consiglio regionale potrà approvare la legge che autorizza la spesa di 111 milioni. Secondo il presidente Cirio, l’iter deve concludersi entro la fine del suo mandato che significa entro la fine di aprile. A quel punto si potrà dare il via alla procedura per la pubblicazione del bando di gara.

L’aggiornamento di ieri è passato con i soli voti della maggioranza; il Pd non ha partecipato al voto, contro il M5S.

Critico il consigliere del Partito Democratico e vice presidente della commissione Sanità, Domenico Rossi: «Sarà la volta buona? Crediamo nella necessità di andare avanti con l’opera ma non possiamo non denunciare 5 anni di errori di valutazione, di scelte sbagliate, di incertezze, ripensamenti e consulenze. La giunta Cirio prova a cancellare tutto con un provvedimento che non porta a nulla se non all’esplosione della spesa. Dando il via all’iter nel 2019, con un piano economico approvato e finanziato dalla maggioranza di centrosinistra per un totale di 320 milioni di euro e una rata fissata a 18 milioni per 23 anni, oggi staremmo discutendo dell’avanzamento lavori. Invece, ci ritroviamo punto e a capo ma con una spesa complessiva di 530 milioni di euro e 35 milioni all’anno di rata per 30 anni».

«Resto favorevole, così come i miei colleghi del gruppo del Partito Democratico, all’opera che, non solo ho difeso e sostenuto in ogni passaggio ma ritengo fondamentale e strategica per il territorio, ma non posso condividere il percorso scelto da questo governo regionale – ha detto ancora Rossi -. Sono stati 5 anni di annunci e millantati risparmi, di superficialità e responsabilità scaricate sulla stazione sulla direzione dell’ospedale. Mi auguro che davvero il nuovo piano finanziario sia appetibile sul mercato. Ritengo, però, che chi ha governato il Piemonte dal 2019 ad oggi abbia dimostrato tutti i suoi limiti».

Anche il gruppo del M5S aveva fortemente contestato la scelta di partenariato pubblico per il finanziamento dell’opera e insieme a Unione Popolare, Sinistra Italiana e Unione sindacato di base aveva chiesto di «abbandonare lo sciagurato progetto e utilizzare soldi pubblici per realizzare finalmente la città della salute di Novara. I fondi ci sono, manca la volontà politica di attingere ai circa 760 milioni dell’ex art. 20 per l’edilizia sanitaria o, in seconda istanza, ai 1.6 miliardi di risorse Inail».

Per la Lega il voto di ieri è invece un «ottimo esempio di autonomia. Il supporto economico della Regione è stato costante e questa soluzione permette di non dover ricominciare da capo un iter lungo e complesso – afferma il consigliere Riccardo Lanzo -. Auspico che ora, con queste condizioni migliorative, la gara non vada deserta. La Regione ha avallato quanto proposto dall’azienda ospedaliera che comunque gestisce in autonomia questo percorso e ci auguriamo davvero possa produrre il risultato sperato: un nuovo polo d’eccellenza per la cura dei cittadini piemontesi di tutto il quadrante».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il consiglio regionale ha approvato, nella seduta di ieri (martedì), l'aggiornamento del quadro economico per la realizzazione della nuova Città della Salute e della Scienza di Novara: 111 milioni in più che fanno lievitare i costi dell'opera da 419 milioni a 530. È stato l'assessore alla Sanità Luigi Icardi a ripercorrere «l’iter particolarmente complesso che nel 2019 abbiamo trovato bloccato dall’allora ministra Grillo e che successivamente abbiamo dovuto rifinanziare con 99 milioni di euro, dopo che la gara era andata deserta. L’ulteriore incremento dei costi di costruzione e il rincaro dei prezzi delle materie prime hanno indotto la Direzione dell’Azienda Ospedaliera di Novara a sospendere anche la seconda gara e a rivedere il progetto e il piano finanziario dell’opera, che rappresenta una priorità assoluta per il territorio novarese e il Piemonte. Rimangono inalterati il contributo pubblico per la quota spettante allo Stato (189.519.300 euro) e per la quota spettante alla Regione (9.974.700 euro), mentre aumenta la quota del privato. Ringrazio il Consiglio per questa approvazione, che tutti ci auguriamo possa finalmente consentire di portare a buon fine l’esito della gara di appalto».

A questo punto la documentazione tecnica ed amministrativa, insieme alla relazione dell'azienda ospedaliera sarà nuovamente trasmessa al Ministero della Salute per la valutazione sulla conformità delle variazioni rispetto all'accordo stipulato nel 2022. Se tutto verrà valutato positivamente, il consiglio regionale potrà approvare la legge che autorizza la spesa di 111 milioni. Secondo il presidente Cirio, l'iter deve concludersi entro la fine del suo mandato che significa entro la fine di aprile. A quel punto si potrà dare il via alla procedura per la pubblicazione del bando di gara.

L'aggiornamento di ieri è passato con i soli voti della maggioranza; il Pd non ha partecipato al voto, contro il M5S.

Critico il consigliere del Partito Democratico e vice presidente della commissione Sanità, Domenico Rossi: «Sarà la volta buona? Crediamo nella necessità di andare avanti con l’opera ma non possiamo non denunciare 5 anni di errori di valutazione, di scelte sbagliate, di incertezze, ripensamenti e consulenze. La giunta Cirio prova a cancellare tutto con un provvedimento che non porta a nulla se non all’esplosione della spesa. Dando il via all’iter nel 2019, con un piano economico approvato e finanziato dalla maggioranza di centrosinistra per un totale di 320 milioni di euro e una rata fissata a 18 milioni per 23 anni, oggi staremmo discutendo dell’avanzamento lavori. Invece, ci ritroviamo punto e a capo ma con una spesa complessiva di 530 milioni di euro e 35 milioni all’anno di rata per 30 anni».

«Resto favorevole, così come i miei colleghi del gruppo del Partito Democratico, all'opera che, non solo ho difeso e sostenuto in ogni passaggio ma ritengo fondamentale e strategica per il territorio, ma non posso condividere il percorso scelto da questo governo regionale - ha detto ancora Rossi -. Sono stati 5 anni di annunci e millantati risparmi, di superficialità e responsabilità scaricate sulla stazione sulla direzione dell'ospedale. Mi auguro che davvero il nuovo piano finanziario sia appetibile sul mercato. Ritengo, però, che chi ha governato il Piemonte dal 2019 ad oggi abbia dimostrato tutti i suoi limiti».

Anche il gruppo del M5S aveva fortemente contestato la scelta di partenariato pubblico per il finanziamento dell'opera e insieme a Unione Popolare, Sinistra Italiana e Unione sindacato di base aveva chiesto di «abbandonare lo sciagurato progetto e utilizzare soldi pubblici per realizzare finalmente la città della salute di Novara. I fondi ci sono, manca la volontà politica di attingere ai circa 760 milioni dell’ex art. 20 per l’edilizia sanitaria o, in seconda istanza, ai 1.6 miliardi di risorse Inail».

Per la Lega il voto di ieri è invece un «ottimo esempio di autonomia. Il supporto economico della Regione è stato costante e questa soluzione permette di non dover ricominciare da capo un iter lungo e complesso - afferma il consigliere Riccardo Lanzo -. Auspico che ora, con queste condizioni migliorative, la gara non vada deserta. La Regione ha avallato quanto proposto dall'azienda ospedaliera che comunque gestisce in autonomia questo percorso e ci auguriamo davvero possa produrre il risultato sperato: un nuovo polo d'eccellenza per la cura dei cittadini piemontesi di tutto il quadrante».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore