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Canelli: «Sull’avanzo di amministrazione occorre fare chiarezza»

E’ stato il tema centrale, con qualche tono anche acceso, dell’ultimo Consiglio comunale nella mattinata di lunedì in occasione dell’approvazione del “consuntivo”. A quanto ammonta l’avanzo di amministrazione? Per sindaco e giunta poco più di 2,5 milioni di euro; per la minoranza addirittura 57! A dare una spiegazione ci aveva pensato lo stesso Canelli con un articolato intervento che vale la pena di riproporre in maniera più dettagliata.

La storia dei “57 milioni”, aveva detto il primo cittadino, «può generare un pensiero fallace, che questi soldi possano cioè essere utilizzati come meglio si crede». Cosa che non è possibile, perché questa somma «per le regole contabili attuali sono chiamate “avanzo di amministrazione” ma 39 milioni sono da considerare “parte accantonata”, cioé che per norma di legge non li possiamo spenderli ma li dobbiamo necessariamente accantonare; e di questi 30 sono sul fondo “crediti di dubbia esigibilità” che ogni anno, a parte gli ultimi due, vede crescere la richiesta da parte dello Stato fino ad arrivare al 100 per cento di un calcolo sul “non riscosso” degli ultimi tre anni».

 

A detta dell’amministrazione di tratta di un calcolo molto semplice, che obbliga il Comune a “mettere da parte” quelle risorse e non poterle spendere in altro modo. Inoltre, «altri 6 milioni sono sulla parte della cosiddette soccombenze, tutte una serie di possibili e non ancora certe risorse che possono probabilmente, secondo le valutazioni della nostra Ragioneria, dover andare ad altri enti, tra i quali 3,5 milioni per Atc sui canoni non pagati dagli inquilini morosi».

Canelli ha ricordato ancora che più volte «abbiamo chiesto all’Agenzia territoriale della casa di farci i conti di quanto ammonti il debito certificato che il Comune avrebbe nei suoi confronti, fornendoci cifre diverse. Non spendiamo soldi senza essere certi e non si tratta di risorse per le manutenzioni, perché quelli li diamo ogni anno in base alla convenzione in essere». Altra voce è rappresentata da un ulteriore milione «che non possiamo spendere ma che dobbiamo accantonare per il contratto collettivo nazionale del lavoro del pubblico impiego. E poi ci sono le fidejussioni, che sono però diminuite: l’anno scorso erano pari a 1,4 milioni; svincolata quella si Sun ora ne abbiamo solo per 900 mila euro. In più ci sono le parti vincolate, quelle destinate agli investimenti che non sono sono soldi non spesi, ma somme la cui spendibilità si è traslata da un anno all’altro, perché ci sono delle procedure che durano anche mesi».

Insomma, quale sarebbe allora l’avanzo di amministrazione “libero”, inteso come disponibile? Per Canelli «2,6 milioni di euro. E a chi mi chiede perché non li abbiamo spesi rispondo che il bilancio è una cosa molto dinamica: si fa un previsionale, poi gli equilibri, gli assestamenti, dopodiché ti trovi a fare i conti con i soldi che hai realmente a disposizione. Certe cose non si possono sapere a maggio – giugno, ma a novembre – dicembre. E poi l’orizzonte temporale delle risorse che sono arrivate dallo Stato per compensare la presunta minore capacità fiscale a causa della pandemia è di due anni, non uno solo».

Ma a questo risultato «ce ne siamo resi conti alla fine dell’anno, perché il 2020 è stato caratteerizzatro da continui provvedimenti legislativi. Come può essere spesa questa somma? Coprendo i debiti fuori bilancio o per gli equilibri: dobbiamo ancora sapere come sarà l’impatto della minore capacità fiscale che avremo e quindi a luglio capiremo meglio come stanno andando i conti. Altra voce sono gli investimenti: nel momento in cui io sono sicuro che questi soldi non mi servono né per coprire debiti fuori bilancio né per mantenere gli equilibri, oppure per l’estinzione di mutui. Gran parte del “fondone” arrivato dallo Stato per compensare la minore capacità fiscale che fortunatamente non c’è stata su tutte le voci. Quest’anno continueremo con questa politica attenta e prudente, tenendo in considerazione che abbiamo anche un bilancio da tenere in piedi. E a chi ci dice che se gli uffici sono “sotto stress” perché non fate nuove assunzioni rispondo che non possiamo sforare per il personale il tetto del 28% delle spese».

Infine una considerazione sui cinque anni, «periodo durante il quale i numeri sono migliorati in maniera sostanziale e velocissima. Ci siamo insediati con un debito del Comune di 56 milioni e ora nei abbiano 35; la pressione fiscale è diminuita. Il maggiore disavanzo 2015 ora non c’è più e questo ci libera da un sacco di vincoli che avevamo, dandoci la possibilità di risparmiare strutturalmente 450 mila euro da mettere a dispozione dei cittadini. Si può fare di più? Certamente. Dobbiamo migliorare le entrate del Comune cercando di attrarre nuovi investimenti in città, cosa che stiamo facendo e che sta avvenendo».

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Luca Mattioli

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