Cameri, con il fondo di solidarietà un contributo per l’affitto

Quarantamila euro: questa la cifra raggiunta dal fondo di solidarietà #Cameriaiutacameri, lanciato all’inizio dell’emergenza Covid 19, cui hanno aderito, con donazioni, aziende, enti, associazioni ma anche privati cittadini. «Una cifra certamente importante – sottolinea l’assessore Simone Gambaro – che tuttavia non ci consentiva di disperdere fondi in misure diversificate e così, istituito un gruppo di lavoro, fatte opportune valutazioni, dopo lunghi confronti, abbiamo deciso di finalizzare questi soldi in un’unica direzione: il sostegno ai privati per le spese di locazione».

 

 

«Non sono stati inseriti i mutui prima casa – spiega Gambaro –  perché è già possibile bloccarli rinegoziandoli con le banche; abbiamo ritenuto non inserire le utenze in quanto il canale di supporto a questi pagamenti ci sono (sostegno del Comune e anche di Caritas, ndr) e abbiamo ritenuto di non canalizzarli nel sostegno all’emergenza alimentare in quanto, dopo la verifica con gli attori della rete sociale (Cisa, Parrocchia e Caritas, ndr), la situazione è apparsa sotto controllo».

In questo senso la prima risposta all’emergenza immediata era stata data con l’erogazione dei buoni spesa; il Comune aveva ricevuto fondi per 57mila euro, e di questi, 50mila sono stati destinati ai buoni e 7mila a Caritas, per le borse alimentari, che vengono distribuite dai volontari.

«Restava scoperto il capitolo affitti – spiega Gambaro – e abbiamo deciso di puntare in quella direzione. Anche perché con un unico provvedimento si vanno ad aiutare sia gli inquilini che i proprietari. L’idea è quella di restituire il 50% di tre mensilità di affitto (marzo, aprile e maggio, ndr) con un tetto massimo mensile di 300 euro, relativo dunque ad un affitto massimo di 600 euro. Un nucleo familiare dunque potrà ricevere un contributo massimo di 900 euro, relativo complessivamente ai tre mesi in considerazione».

Il bando è complesso e i requisiti richiesti ovviamente sono molti.

«Per aderire – spiega l’assessore – in prima battuta il requisito fondamentale è che il nucleo familiare abbia subito una riduzione (per cassa integrazione, riduzione di orario, chiusura attività o licenziamento) rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, di almeno il 30% delle entrate. Dato che deve essere comprovato o attraverso la presentazione delle buste paga, o con una dichiarazione del commercialista in caso di lavoratori autonomi».

Per intenderci: una coppia di pensionati non può partecipare al bando, così come i disoccupati. Requisito dunque è che nel nucleo familiare vi sia almeno un lavoratore, dipendente o autonomo e che di conseguenza il reddito complessivo del nucleo familiare abbia subito, comprovato, un taglio di almeno il 30%. Sarà stilata una graduatoria con punteggi che saranno assegnati in base alla percentuale di riduzione delle entrate subita a causa della crisi.

Ma, al di là di questo, c’è poi tutta una serie di  “paletti”, tra i quali, ad esempio anche il fatto di non essere proprietari di un alloggio entro 50 chilometri dal paese e non essere destinatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Va da sé, ovviamente, che i contratti di locazione debbano essere registrati.

Nel caso in cui si possiedano tutti i requisiti richiesti, il contributo sarà erogato dal Comune direttamente al privato, nel caso in cui dimostri di aver saldato le mensilità; andrà al proprietario dell’alloggio, nel caso in cui le mensilità non fossero state versate.

Le domande per accedere al bando potranno essere presentate, solo via mail, dal 1° al 22 giugno.

«Abbiamo atteso un po’ di tempo – conclude Gambaro – per cercare di capire quali fossero gli aiuti di Stato e Regione per evitare di fare doppioni; la parte, secondo noi, più fragile, era quella del privato cittadino con il problema del pagamento dell’affitto. Con questa cifra abbiamo stimato di poter andare incontro a circa 40-50 famiglie, un numero rilevante per la nostra cittadina. Per parte nostra metteremo altre risorse, il Comune individuerà altre fragilità da supportare».

 

 

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Daniela Fornara

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Cameri, con il fondo di solidarietà un contributo per l’affitto

Quarantamila euro: questa la cifra raggiunta dal fondo di solidarietà #Cameriaiutacameri, lanciato all’inizio dell’emergenza Covid 19, cui hanno aderito, con donazioni, aziende, enti, associazioni ma anche privati cittadini. «Una cifra certamente importante – sottolinea l’assessore Simone Gambaro – che tuttavia non ci consentiva di disperdere fondi in misure diversificate e così, istituito un gruppo di lavoro, fatte opportune valutazioni, dopo lunghi confronti, abbiamo deciso di finalizzare questi soldi in un’unica direzione: il sostegno ai privati per le spese di locazione».     «Non sono stati inseriti i mutui prima casa - spiega Gambaro -  perché è già possibile bloccarli rinegoziandoli con le banche; abbiamo ritenuto non inserire le utenze in quanto il canale di supporto a questi pagamenti ci sono (sostegno del Comune e anche di Caritas, ndr) e abbiamo ritenuto di non canalizzarli nel sostegno all’emergenza alimentare in quanto, dopo la verifica con gli attori della rete sociale (Cisa, Parrocchia e Caritas, ndr), la situazione è apparsa sotto controllo». In questo senso la prima risposta all’emergenza immediata era stata data con l’erogazione dei buoni spesa; il Comune aveva ricevuto fondi per 57mila euro, e di questi, 50mila sono stati destinati ai buoni e 7mila a Caritas, per le borse alimentari, che vengono distribuite dai volontari. «Restava scoperto il capitolo affitti – spiega Gambaro - e abbiamo deciso di puntare in quella direzione. Anche perché con un unico provvedimento si vanno ad aiutare sia gli inquilini che i proprietari. L’idea è quella di restituire il 50% di tre mensilità di affitto (marzo, aprile e maggio, ndr) con un tetto massimo mensile di 300 euro, relativo dunque ad un affitto massimo di 600 euro. Un nucleo familiare dunque potrà ricevere un contributo massimo di 900 euro, relativo complessivamente ai tre mesi in considerazione». Il bando è complesso e i requisiti richiesti ovviamente sono molti. «Per aderire – spiega l’assessore - in prima battuta il requisito fondamentale è che il nucleo familiare abbia subito una riduzione (per cassa integrazione, riduzione di orario, chiusura attività o licenziamento) rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, di almeno il 30% delle entrate. Dato che deve essere comprovato o attraverso la presentazione delle buste paga, o con una dichiarazione del commercialista in caso di lavoratori autonomi». Per intenderci: una coppia di pensionati non può partecipare al bando, così come i disoccupati. Requisito dunque è che nel nucleo familiare vi sia almeno un lavoratore, dipendente o autonomo e che di conseguenza il reddito complessivo del nucleo familiare abbia subito, comprovato, un taglio di almeno il 30%. Sarà stilata una graduatoria con punteggi che saranno assegnati in base alla percentuale di riduzione delle entrate subita a causa della crisi. Ma, al di là di questo, c’è poi tutta una serie di  “paletti”, tra i quali, ad esempio anche il fatto di non essere proprietari di un alloggio entro 50 chilometri dal paese e non essere destinatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Va da sé, ovviamente, che i contratti di locazione debbano essere registrati. Nel caso in cui si possiedano tutti i requisiti richiesti, il contributo sarà erogato dal Comune direttamente al privato, nel caso in cui dimostri di aver saldato le mensilità; andrà al proprietario dell’alloggio, nel caso in cui le mensilità non fossero state versate. Le domande per accedere al bando potranno essere presentate, solo via mail, dal 1° al 22 giugno. «Abbiamo atteso un po’ di tempo – conclude Gambaro – per cercare di capire quali fossero gli aiuti di Stato e Regione per evitare di fare doppioni; la parte, secondo noi, più fragile, era quella del privato cittadino con il problema del pagamento dell’affitto. Con questa cifra abbiamo stimato di poter andare incontro a circa 40-50 famiglie, un numero rilevante per la nostra cittadina. Per parte nostra metteremo altre risorse, il Comune individuerà altre fragilità da supportare».    

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