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Atc sgombera due alloggi abusivi in via Calderara: «Non siamo sceriffi, tuteliamo chi ha diritto alla casa»

Sulla vicenda interviene il consigliere comunale di Insieme per Novara, Pier Giacomo Baroni: «Se butti fuori le persone oggi, domani le trovi davanti alla porta del Comune. Non si può fare repressione». Ma le operazioni proseguiranno anche nei prossimi giorni

Nuovo giro di vite sulle abitazioni abusive. Questa mattina, 18 ottobre, gli agenti della Polizia Locale hanno sgomberato due alloggi in via Calderara 16. Una palazzina che, insieme ad altre di edilizia residenziale a Sant’Agabio, dovrà essere abbattuta e ricostruita. Presenti all’operazione i tecnici di Atc che hanno in gestione l’immobile. «I due alloggi risultavano vuoti negli elenchi di Atc – ha commentato il comandante della Polizia locale, Paolo Cortese -. In un appartamento c’era un signore entrato da poco che è stato denunciato e che se ne è andato senza opporre resistenza. Nell’altro non c’era nessuno e, dalle condizioni trovare, probabilmente era disabitato da mesi. Chi occupa una casa abusivamente è perché ha un problema, ma ci sono norme che vanno rispettate ed è nostro compito dare un segnale».

Ma i vicini di casa raccontano un’altra versione: «La signora che occupava il secondo alloggio se ne è andata solo due giorni fa ed è tornata in Marocco perché la madre sta molto male» dice Donia, anche lei di origine marocchina. «Noi viviamo nel terrore che in qualunque momento possono mandarci via senza nemmeno poter prendere le nostre cose. Io lavoro ad Amazon con un contratto a tempo determinato: sono qui da un anno e mezzo con mia figlia, ma nessuno vuole farmi un contratto di affitto».

Nadia, invece, è Oss in ospedale, e come gli altri arriva dal Marocco: «Anch’io vivo qui con mia figlia che ha 10 anni. Io vorrei andare via di qui, ma nessuno vuole affittare agli stranieri».

«Non possiamo più tollerare l’abusivismo – afferma l’assessore alla Sicurezza, Raffaele Lanzo -. Ci rendiamo conto della situazione di difficoltà attuale e non lasciamo nessuno per strada, ma si può permettere a persone che non hanno diritto di occupare un appartamento».

«Non siamo sceriffi e non buttiamo fuori le persone di casa – sottolinea il presidente di Atc, Marco Marchioni -. Stiamo utilizzando tutte le cautele soprattutto in questo momento storico di grande difficoltà economica. L’intenzione è quella di fare ordine ma non portiamo via le case andando a buttare giù la porta. Stiamo, infatti, collaborando per lo spostamento di novanta nuclei famigliari regolarmente residente nel quartiere di Sant’Agabio; il Comune non ha un numero sufficiente di alloggi per trasferire tutti e ha sottoscritto una convenzione con Atc: entro febbraio provvederemo con tutti i trasferimenti che saranno definitivi. Si tratta di alloggi che devono essere a breve demoliti e ricostruiti con materiali e tecniche più moderne nell’ambito degli interventi previsti dal Pnrr, motivo per cui non era più possibile procrastinare l’intervento, pena perdere la possibilità di accedere ai fondi».

Le operazioni di sgombero proseguiranno anche nei prossimi giorni, ancora in via Calderara e in altre vie limitrofe: Pianca, della Riotta e Bonola.

«Prima di effettuare uno sgombero, le forze dell’ordine fanno un ricognizione almeno due settimane prima in modo che le persone possano trovare una soluzione alternativa – prosegue Marchioni -. Chi occupa una casa in modo abusivo lede il diritto di chi invece è in graduatoria e magari è in attesa di un alloggio da tempo. Atc non è il refugium peccatorum; purtroppo non possiamo dare una casa a tutti: ci sono invece dei parametri da rispettare»

Sul posto questa mattina si è recato il consigliere comunale di Insieme per Novara, Pier Giacomo Baroni – ex consigliere di Atc e di professione funzionario socio educativo – che già la scorsa estate, in occasione dei due sgomberi in via San Bernardino, era intervenuto sul tema: «Se butti fuori di casa queste persone oggi, domani le ritroverai davanti alla porta del Comune a chiedere aiuto. Qui ci sono persone che lavorano e che quindi hanno tutta l’intenzione di migliorare la loro situazione: non si può trattarle in a questo modo. Ci sono due modelli di politiche sociali: una repressiva, l’altra si fa carico delle situazioni. Io stamattina ho dovuto fare il lavoro degli uffici comunali che non si sono nemmeno degnati di venire a vedere che cosa stesse succedendo».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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