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Al campo Tav restano una trentina di famiglie. Fonzo: «Più dignitoso e conveniente svuotarlo»

Al campo Tav di via Alberto da Giussano restano una trentina di famiglie, per la precisione si tratta di 67 persone, 31 delle quali sono minori fra 7 e 18 anni. A fornire i dati è stato l’assessore alle Politiche sociali Luca Piantanida, in una commissione consiliare dedicata a questo luogo di accoglienza per persone in emergenza abitativa, che ha visto un recente cambio di gestione. Agli inizi di novembre infatti la cooperativa Emmaus, messa in liquidazione, aveva comunicato la propria volontà di abbandonare l’incarico di gestore, assicurando il servizio fino al 21 novembre. «Dal 22 novembre è subentrata con affidamento diretto la cooperativa Bucaneve di Milano, procedura praticamente obbligata per evitare che la struttura rimanesse scoperta anche per un solo giorno – ha precisato Piantanida – L’incarico è previsto fino al prossimo 28 febbraio per un importo complessivo di 126.000 euro, sia per la gestione del dormitorio e dei bagni pubblici sia per la seconda accoglienza (per i nuclei familiari, ndr) e a gennaio usciremo con il bando per l’affido».

Scenario a cui i consiglieri Pd hanno replicato con toni piuttosto critici. «Nel 2016 i giornali titolavano che l’allora amministrazione Giordano ne annunciava la chiusura e lo svuotamento entro fine anno – ha commentato Sara Paladini – Nel 2017 idem. A quando la chiusura?».

Il democratico Nicola Fonzo ha chiesto lumi sulle tempistiche del bando e sulla durata dell’affidamento, aggiungendo: «Il campo Tav è stato attivato sotto la giunta Giordano bis, durante la giunta Ballarè è arrivato a ospitare anche 400 persone, ma oggi la situazione è decisamente diversa. Perché non pensare di iniziare un percorso di accompagnamento per questa trentina di famiglie, tenendo anche conto che dovranno riabituarsi a pagare le spese? Sarebbe più dignitoso per loro e forse, a fronte di un esborso di 126.000 euro di gestione per 3 mesi non sarebbe anche più conveniente per le casse comunali?».

«La chiusura della struttura resta una nostra volontà – ha replicato l’assessore Piantanida – Il processo è stato inevitabilmente rallentanto dall’arrivo del Covid. Ma stiamo seguendo con i Servizi sociali ogni singolo nucleo familiare come caso a sé. Purtroppo però ci sono delle criticità, a partire dal fatto che servirebbero 20-25 appartamenti per accogliere queste persone, di cui al momento non disponiamo». E sulla durata dell’affidamento che sarà inserito nel nuovo bando annuncia: «Stiamo valutando se farlo ancora triennale o più breve».

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Elena Ferrara

Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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