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Snami: «No ai sierologici perché non spettano ai medici di base e sono inutili»

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Snami: «No ai sierologici perché non spettano ai medici di base e sono inutili». Questa, in estrema sintesi, la posizione del sindacato dei medici di famiglia che a livello nazionale ha rifiutato di aderire alla campagna di monitoraggio volontario per il personale scolastico. Sulla città di Novara questa sigla sindacale ha una forte componente di iscritti e ciò ha comportato che i test vengano svolti dall’Asl, che in una settimana ha analizzato 1700 persone. Un tema delicato, che ha sollevato malumori sia da parte degli insegnati che si sono ritrovati ad affrontare lunghe code (leggi qui) sia da parte di chi ha dovuto sopperire al servizio (leggi qui). E che ha comportato forti critiche anche dalla sigla sindacale contrapposta, la Fimmg, che invece ha aderito alla campagna con i propri medici dislocati nella zona nord del novarese. Snami e Fimmg restano ferme su posizioni totalmente contrapposte, anche sull’utilità scientifica dei test stessi.

«In primis il Ministero della salute ha convocato lo la Fimmg e così si è assistito a una cooptazione forzata della Fimmg – spiega il presidente provinciale Snami Ruggero Bergamaschi – In secondo luogo non è previsto che il medico di famiglia assolva alla funzione degli uffici sanitari e non è prevista nel contratto collettivo di categoria. Peraltro questa campagna è partita proprio durante il periodo delle ferie, per cui sarebbe stato difficoltoso da gestire, dovendo dare le password del sistema informatico ai sostituti».

 

Bergamaschi si sofferma anche sulla questione di carattere scientifico: «I test sierologici non servono a nulla fatti così. Andrebbero fatti ai sintomatici, perché il loro scopo è di rilevare la concentrazione degli anticorpi. Così invece è un vero e proprio spreco, l’Italia ne ha messi a disposizione 8 milioni (circa 6.000 nel novarese), meglio avrebbe fatto a donarli a dei Paesi del Terzo mondo».

Diametralmente opposta è la posizione di Fimmg: «L’emergenza Covid non è affatto terminata ed è giusto mettersi a disposizione, come peraltro prevedono gli articoli 3 e 9 del Codice deontologico dei medici – commenta il segretario provinciale Savio Fornara – Sul piano scientifico questa campagna ha comunque il vantaggio di monitorare la diffusione del virus tra la popolazione scolastica, per cui ben venga. Anzi, meglio sarebbe stata renderla obbligatoria».

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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