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Parco del Ticino senza presidente: «Grave crisi, servono persone di competenza e valore»

A esprimersi sulla vicenda il consigliere regionale Domenico Rossi e Roberto Vellata a rappresentanza delle associazioni ambientaliste. Orasi attende un bando regionale per la nuova nomina

«Crisi gravissima, serve la riforma e una nuova governance condivisa». Si esprime così il consigliere Domenico Rossi in merito al “caso” del Parco del Ticino: l’ente dal 22 dicembre non ha più un presidente a causa delle dimissioni di Roberto Beatrice insediatosi nel 2019 e ora sarà necessario un nuovo bando regionale per una nuova nomina che durerà due anni.

Nel frattempo il ruolo del presidente è stato affidato al vice Erika Vallera e il direttore Carlo Bider è stato prorogato per 45 giorni in attesa del bando. Ma, molto probabilmente, i tempi non saranno così brevi. Rossi aveva già preso a cuore la situazione Parco quando nel 2020 aveva esposto una proposta di legge, rafforzata da un ulteriore intervento di alcuni mesi fa da diversi comuni del Novarese.

«I problemi di governance del Parco del Ticino e del Lago Maggiore sono sempre più evidenti come segnalato dalle associazioni ambientaliste. Il Parco non merita questa situazione: si tratta di una risorsa inestimabile per il nostro territorio che deve essere tutelata e valorizzata, mentre l’attuale gestione rischia di comprometterla, – ha detto in un comunicato – come ho avuto modo di evidenziare nei mesi scorsi alcuni problemi sono legati all’accorpamento di alcune aree naturali dovuto alla modifica, voluta nella scorsa legislatura, del Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità in vigore dal 2009. A tale riguardo esistono due proposte di legge, una avanzata dai Comuni di Romentino, Bellinzago Novarese, Cameri, Galliate, Oleggio, Trecate, l’altra a mia prima firma, per garantire rappresentanza a tutti i territori negli organi direttivi e ridare autonomia al Parco del Ticino. Due Pdl su cui si è registrata una sostanziale convergenza nella discussione in Commissione, ma che da troppo tempo attendono di essere portare in aula: solleciteremo nuovamente la maggioranza con l’obiettivo di sciogliere al più presto questo nodo». E aggiunge: «E’ innegabile, inoltre, che una quota delle criticità derivi direttamente dalla governance dell’Ente su cui la giunta regionale deve intervenire al più presto se vuole dimostrare un minimo di attenzione al nostro territorio. Un primo passo in tal senso potrà essere la nomina, in capo alla Regione, del nuovo presidente dell’Ente: è necessaria una presidenza autorevole e il più possibile condivisa, per questo ci aspettiamo il coinvolgimento delle associazioni, delle amministrazioni coinvolte e delle diverse forze politiche».

Il consiglio direttivo si è riunito proprio il giorno in cui sono arrivate le dimissioni del presidente. Temi: la valutazione dell’operato del direttore e il rinnovo all’incarico per i prossimi due anni. «Per quanto riguarda il primo punto il Consiglio, dopo una dura discussione interna, ha assegnato i punteggi sul raggiungimento degli obiettivi assegnati al direttore, punteggi quasi tutti sotto il 50 %. Il consiglio direttivo, preso atto delle dimissioni del presidente, ha poi deciso di prorogare temporaneamente l’incarico al direttore per 45 giorni, sul presupposto che la figura del direttore sia fiduciariamente collegata a quella del presidente, – spiega Roberto Vellata a nome delle associazioni ambientaliste – già nei mesi scorsi presidente e direttore erano state oggetto di una dura presa di posizione da parte delle associazioni ambientaliste a livello regionale, molto preoccupate per il malfunzionamento dell’Ente. Speriamo che con quanto accaduto ieri si sia chiusa una pagina buia per la vita dell’Ente e si siano aperte nuove prospettive per il futuro».

Il pensiero è comune: «Presidente del parco dovrà essere una persona che tiene prima di tutto al parco stesso e abbia tanta voglia di lavorare per il bene dell’ente, – aggiunge Vellata – io? Mi candiderò, mi occupo di questi temi da 40 anni, ma ci sono anche altre persone che reputo siano adatte e spero che possano avanzare la loro candidatura. Ho molto apprezzato in questi due anni nel ruolo di presidente della comunità del Parco e rappresentante per il Piemonte della Riserva Mab Unesco Ticino, Val Grande, Verbano Sergio Ferrari, vicesindaco di Casalino: si è dimostrato molto equilibrato e disponibile. Ho molto apprezzato in questi mesi anche la giovane vice Erika Vallera che, dopo l’autosospensione di inizio ottobre, con umiltà e determinazione, si è caricata sulle spalle tutta la responsabilità nella gestione di una macchina molto complessa, non trascurando alcuna realtà territoriale: brava.Se poi oltre a trovare un buon presidente e direttore, anche il Consiglio Regionale approvasse la legge di riforma dell’Ente che i Comuni dell’Ovest Ticino hanno proposto, allora si, si potrebbe davvero parlare di un “new deal” per il Parco».

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Elena Mittino

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