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Omotransfobia, a Novara il presidio per il ddl Zan: «Serve una lotta culturale»

Omotransfobia, a Novara il presidio per il ddl Zan. Nel pomeriggio di ieri, 16 maggio, NovarArcobaleno ha promosso il sit in via Rosselli per sostenere l’approvazione della legge Zan affinchè «sia un punto di partenza e non di arrivo – ha affermato Laura Galasso, presidente dell’associazione. Una legge che vogliamo così senza ulteriori modifiche e senza che passi come una legge “fuffa” e priva di contenuto. È il minimo a livello umano, cominciamo a partire da qui».

«Credo che le diversità arricchiscano la vita e ci aiutino a sconfiggere l’odio e le false libertà di coloro che usano l’intimidazione la violenza e l’insulto per tutti coloro che sono diversi da sè – ha detto Silvana Ferrara, ex assessore provinciale, da sempre attiva per i diritti delle donne e delle diversità -. Le parole sono come pietre e lo sanno benissimo gli adolescenti che sono bullizzati. La legge Zan non sarà la soluzione di tutti i mali, ma uno strumento per combattere la stupidità. In cinquantanni di lotta al femminismo siamo riusciti ad azzerare una serie di pregiudizi che hanno duemila anni. Le conquiste delle donne ogni giorno scadono e bisogna rinnovarle. Chiedo a tutti di impegnarsi a fondo non solo per l’approvazione delle legge, ma se la politica è davvero l’arte del possibile, di credere nella politica altrimenti non andremo da nessuna parte».

Anche Teresa Sari, del movimento politico paneuropeo Volt, ha portato la testimonianza di alcuni giovani colpiti da omotransforbia da amici e famigliari. Il 99% dei femminidici avviene tra le mura domestiche, chi è portatore di disabilità viene aggredito. La legge non basterà, servirà una lotta culturale: la parola chiave è educazione».

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