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Messa di Mezzanotte? «Non è un precetto, celebrare in sicurezza e nelle norme»

La Messa di mezzanotte a Natale non fa problema anche nella diocesi di Novara che, in linea con la Cei, auspica celebrazioni in condizioni di sicurezza e nel rispetto delle norme. Per altro già da diversi anni in molte parrocchie, della città ma anche dei paesi montani dove era forse più sentita la tradizione, la celebrazione è stata anticipata.

«Qualcuno ha detto che si fa anticipare la nascita di Gesù Bambino – fanno notare alcuni parroci – ma è una battuta che lascia il tempo che trova. A Natale si celebra il mistero della Nascita di Gesù Cristo e questo non si fa con l’orologio in mano».

E sottolineano come, da un punto di vista liturgico, il Natale inizia con i vespri della vigilia, ovvero al tramonto del 24 dicembre, e le celebrazioni eucaristiche per la solennità sono quattro: la Messa “vespertina” della vigilia (comunemente detta “prefestiva”), quella della notte (definita proprio “in nocte”, quindi senza indicazioni sullo scoccare delle 24), quella dell’aurora e quella del giorno (“in die”) il 25 dicembre.

 

 

In molte parrocchie, come detto, le celebrazioni avvengono già nella tarda serata. Addirittura in Vaticano la “Messa della Notte” è stata anticipata alle 22 da Benedetto XVI nel 2009 e papa Francesco non ha più cambiato orario. Nella nostra diocesi già lo scorso anno il vescovo Franco Giulio Brambilla, ancora convalescente da un intervento al ginocchio, l’aveva anticipata alle 21,30.

Il problema quindi non è l’orario, piuttosto potrebbe essere quello di scadenzare le celebrazioni in diversi momenti, anche per consentire la partecipazione senza affollare le chiese. Modalità anche questa non nuova, già dettata in passato non dal problema degli “assembramenti”, ma dalla scarsità di sacerdoti in quelle realtà dove un parroco ha la cura di più comunità o di diverse parrocchie e in tutte ha dovuto garantire una celebrazione notturna.

«La diocesi non ha ancora dato disposizioni alle parrocchie – ci spiega il vicario generale mons. Fausto Cossalter – perché stiamo aspettando che la Conferenza Episcopale Italiana intervenga a breve con indicazioni valide per tutta Italia. Varrà la responsabilità verso la salute di tutti così da consentire di celebrare i riti natalizi in condizioni di sicurezza, osservando le norme previste, cosa che sta già avvenendo ogni domenica. Sarà da affrontare il tema della logistica, degli accessi e degli spazi. Si dovrà consentire il rientro a casa all’ora prevista».

Appunto, come sembra, con il “coprifuoco” forse fino alle 22, a mezzanotte non si potrà celebrare…

«La Messa di mezzanotte – risponde mons. Cossalter – è sicuramente una bella tradizione anche affettiva e carica di emozioni un po’ per tutti e certo spero che il prossimo anno si possa tornare a celebrarla. La tradizione deriva dal vangelo di Luca che narra della veglia dei pastori nella notte, ma non c’è alcun precetto liturgico che la fissi a un’ora precisa. Non celebrarla alle 24 non sconvolge certo la nostra fede e il nostro sguardo al mistero della Natività».

Quindi conclude: «La diocesi uscirà con una nota dopo che si sarà pronunciata la Cei».

LA POSIZIONE DELLA CEI

Da Roma, nei giorni scorsi, è stata diffusa una dichiarazione del direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, Vincenzo Corrado, in cui si parla di “piena osservanza delle norme” e del “desiderio della Cei a continuare la valida collaborazione, in ascolto reciproco”, con il Governo.

Ieri mattina, in videoconferenza, si è svolto il Consiglio episcopale permanente dei vescovi italiani e il pro-presidente della Cei, mons. Mario Meini (che sostituisce il card. Bassetti in convalescenza per il Covid) è intervenuto sul fatto che «in questi giorni ha avuto notevole risonanza mediatica la questione degli orari delle celebrazioni natalizie, particolarmente l’ora della Messa nella notte di Natale». Citando un recente messaggio dei vescovi sulla pandemia ha ricordato: «Se le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza, ciò non deve scoraggiarci: in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme. Siamo certi che sarà così anche nella prossima solennità del Natale e continuerà ad essere un bel segno di solidarietà con tutti».

Quindi ha concluso ricordando che, di fronte ai miglioramenti dei dati dei contagi, «non devono venir meno la responsabilità e la prudenza» e, anche alla luce dell’enciclica papale “Fratelli tutti”, «i cristiani sono chiamati, insieme a tutti i cittadini, a fare la propria parte: sul piano sanitario rispettando tutte le norme precauzionali anti-contagio; nell’ambito professionale compiendo il proprio dovere; nella sfera personale attendendo responsabilmente ai compiti che spettano a ogni membro della società».

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Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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