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L’angelo “mangia smog” di Neve veglia sulla città dalla torretta di viale Curtatone

Il nuovo intervento di street art ha suscitato molta curiosità nei novaresi. Ecco alcuni retroscena dell'opera ispirata a Dante svelati direttamente dall'artista, che già nel 2014 realizzò uno dei primissimi murales apparsi a Novara

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L’angelo “mangia smog” di Neve veglia sulla città dalla torretta di viale Curtatone. Il murales ha iniziato a prendere forma mercoledì 14 luglio, quando lo street artist è arrivato in città con le sue bombolette e il cestello elevatore. Nell’arco di tre giorni ha completato l’opera, lavorando sotto l’occhio attento e curioso dei tanti novaresi che ogni giorno transitano per la rotonda El Alamein, che già ospita la scultura con testa di cavallo di Helidon Xhixha. Un intervento artistico che ha subito suscitato entusiasmo in città, come emerge anche nei commenti del post Facebook del sindaco Alessandro Canelli (che ha superato i 1.700 like), in cui racconta che «la nostra città è stata scelta da Enel tra 9 capoluoghi italiani per un progetto promosso da E-Distribuzione in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. L’autore di quest’opera è lo street artist Neve».

L’artista di origini torinesi, all’anagrafe Danilo Pistone, laureatosi alla Naba di Milano, è considerato uno uno degli esponenti più rinomati del neomuralismo iperrealista in Italia. La sua produzione artisitica è caratterizzata da sfondi neri di ispirazione caravaggesca «che mi permettono di disegnare solo la luce, non le ombre, dando alle opere una dimensione sospesa».

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La sua nuova opera novarese è un murales imponente, alto 8 metri, che si estende su una superficie di circa 60 metri quadri e «fa parte di un progetto su cui sto lavorando con E-Distribuzione e raffigura un angelo: è la mia reinterpretazione in chiave simbolica e alchemica del Trionfo degli angeli nel nono cielo, di cui Dante parla nel ventottesimo canto del Paradiso – spiega Neve – L’opera è realizzata in buona percentuale con l’Airlight, una vernice “mangia smog” per cui ogni metro quadro pulisce l’aria esattamente come un metro quadro di bosco con alberi ad alto fusto. Purtroppo non è possibile utilizzarla su tutta la parete, perché al contempo mangia il colore».

La tecnica utilizzata è «interamente a mano libera – sottolinea l’artista – Una tecnica tipica dei graffiti (i murales che nascondono delle scritte, ndr), molto interessante perché di fatto stai sempre a distanza, non tocchi mai il muro se non con il colore. Ciò siginifica disegnare senza punti di riferimento, specie su fondo nero, tenendo un po’ a mente i tanti dati del bozzetto (che non sempre realizzo però) e lavorando anche molto di getto, sul momento».

Tra i ben informati corre voce che i tuoi soggetti femminili somiglino molto a tua moglie: possiamo dire che è la tua musa ispiratrice?
«Questo accade proprio perché spesso lavoro senza bozzetto. Dopo 12 anni insieme l’ho ritratta davvero moltissime volte, per cui di fatto i soggetti le somigliano veramente, anche perché lei rappresenta il mio canone di bellezza. Ma la diretta interessata non è felicissima, anzi diciamo che non ne può quasi più», ammette divertito.

Hai dipinto ed esposto in tutta Italia (a Roma c’è persino una scuola per cui Neve ha realizzato un murales che gli ha intitolato il plesso) e in città come New York, Londra, Parigi e Singapore… Ma molto probabilmente tanti novaresi non sanno che è tuo anche uno dei primissimi murales comparsi in città nel 2014, o meglio ai suoi margini…

«Ah sì, il murales di Vignale! È un’opera su commissione privata, che all’epoca era anche stata benedetta. Il proprietario della casa mi chiese di fargli un murales e, visto che lì vicino c’è la cascina in cui venne firmato il trattato che mise fine alla guerra fra Italia e Austria, ho pensato di rappresentare quel momento. Qualche anno fa mi era finito sotto il naso un articolo in cui si diceva che sarebbe giusto restaurarlo – aggiunge Neve – In effetti sarebbe giunto il momento e sarei felice di farlo».

Il murales realizzato nel 2014 a Vignale, oggi risulta molto sbiadito (foto tratta dal sito dell’artista neveart.com)

Nell’attesa godiamoci l’opera fresca di spray in viale Curtatone. Peraltro nel tam tam social che ha scatenato l’arrivo di questo nuovo intervento di street art in molti hanno proposto al sindaco di rimuovere i cartelli che coprono l’opera in parte. L’arte riuscirà a prevalere sulla segnaletica? Difficile a dirsi… Per ammirare l’opera nella sua interezza è sconsigliabile ripetere n volte il giro della rotonda in auto, meglio andare sull’isola per l’attraversamento pedonale e farlo in sicurezza. D’altronde una delle peculiarità della street art è che è fruibile solo a piedi e spesso ti porta in luoghi in cui altrimenti non andresti.

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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