Immigrato, debutta nel campionato di basket italiano: così Nizar ricostruisce il suo futuro

Il 19enne è scappato dal Marocco ad aprile del 2019, a Novara ha conosciuto Mohamed Loughlimi e la sua Universal Basketball: con tanta fortuna ha ottenuto i permessi per giocare a basket, la sua passione

«Hai presente quando torni a casa la sera, a casa tua, ti siedi e tra te e te tiri un sospiro di sollievo e ti dici “uff che fatica oggi”? E’ la libertà. Un passo alla volta, con calma, sarà così anche per me».

Mohamed Nizar Zerouali, per tutti Nizar, ha compiuto 19 anni lo scorso 5 marzo; è di origine marocchina, di Casablanca per l’esattezza, alla fine del 2018 ha deciso che la sua vita poteva essere decisamente migliore, ad aprile 2019 era in Italia, a Como e subito dopo Novara. Nizar ha una grande passione, il basket: venerdì 5 novembre ha esordito in un campionato italiano con tutti i dovuti permessi, arrivati in tempi da record, e lo ha fatto grazie alla società novarese Universal Basketball che gli è stata e gli sta accanto.

«Felice? Sì, ora sì e con il tempo mi sentirò anche più tranquillo, in una casa mia, con la mia famiglia, e con il basket diventato da passione a lavoro».

La storia di Nizar

A Casablanca Nizar è andato a vivere da solo a 13 anni: «I miei genitori mi hanno fatto intendere che non avrebbero saputo mantenermi e gestirmi e così ho deciso di andarmene. Sono andato a vivere praticamente sopra la loro abitazione, ma non lo sapevano». Scuola e basket, la vera passione: «Ho iniziato nel settore giovanile della squadra di casa, poi mi sono fermato perché mi sono fatto male alla caviglia a 14 anni circa, a 15 anni ho ripreso e sono andato a vivere nel club della squadra dove giocavo, così fino ai 17 anni, quando per un problema al ginocchio mi sono fermato ancora» racconta – ma sentivo che quella, in Marocco, non era la vita che mi piaceva. Io sognavo qualcosa di bello, che poi è ciò che rende unico ciascuno».

Da qui la decisione di andarsene, per sempre, ma con il desiderio di tornare a fare visita al Marocco un domani (con la mamma ha ripreso i contatti e anche con il fratellino di qualche anno più piccolo. «Sono andato a Tangeri, con i mezzi, a piedi, in autostop, ma ci sono arrivato, – continua – qui mi sono impegnato per salire su uno di quei furgoni che traghettano in Spagna; non è stato facile perché non devi farti beccare». Nizar ha impiegato circa sei mesi per “salvarsi”.

Ad aprile è arrivato a Como, ha camminato finché non ha incontrato la città, ha incontrato due algerini che lo hanno accompagnato in questura essendo ancora minorenne. «Mi hanno portato subito a Novara e mi hanno accolto a “Educamondo”, dove vivo ancora oggi». A settembre del 2019 Nizar ha iniziato il percorso per finire le medie, ha iniziato la scuola alberghiera (il padre è uno chef e gli ha trasmesso la passione) e ha ripreso il basket. «La Universal Basketball mi ha salvato, – dice con gli occhi che brillano indicando Mohamed Loughlimi, l’ideatore della società novarese – Mohamed si è preso cura di me, mi ha aiutato, ha contattato le varie federazioni e il Marocco stesso». Solitamente la trafila per gli stranieri per giocare in un campionato italiano è lunga, lunghissima se sei immigrato. Ma Nizar è stato fortunato, in Marocco ha giocato anche in alcune giovanili della nazionale.

«Si, fortunati davvero, – dice Louglhimi – siamo felici per Nizar» dice il coach. «Mohamed mi ha fatto allenare tutta l’estate, si vede che ci mette il cuore, ora qui mi alleno tutti i giorni e sono felice. Spero di diventare un giocatore, è una passione più forte della cucina. Viaggiare per giocare? Non ho problemi, direi che viaggiare non mi pesa» chiude ridendo.  

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Elena Mittino

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