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Il vescovo scrive ai turisti in arrivo: «Siete i benvenuti, da noi troverete accoglienza e bellezza»

Come un vero e proprio promoter del turismo, monsignor Brambilla accoglie i villeggianti non dimenticando nulla. Il miglior messaggio di ripartenza che si possa ricevere

«Con viva cordialità porgo il benvenuto a tutti voi che visitate le terre della Diocesi di Novara, che si distendono tra il fiume Ticino e il fiume Sesia. Vi accogliamo con tutte le comunità cristiane locali. Con la simpatia delle persone di questi luoghi vi auguriamo un soggiorno ristoratore, un momento di interiorità e fruizione delle bellezze create dalla natura e dallo spirito umano, un sereno incontro con l’ospitalità tipica dei nostri paesi e città».

Inizia così la lunghissima lettera che monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, scrive ai villeggianti che hanno deciso di trascorrere le vacanze nei territori della sua diocesi. Come un vero e proprio pomoter del turismo, Brambilla non dimentica nulla: Novara e la Cupola, il lago Maggiore e il lago d’Orta, le valli ossolane e la Valsesia assicurando ai turisti di trovare «l’accoglienza della nostra gente, il frutto della laboriosità locale, i prodotti dell’artigianato, i capolavori della cultura e del genio italiano, la ricchezza di una feconda tradizione religiosa popolare e la memoria di una storia gloriosa, che ha fatto da cerniera tra Lombardia e Piemonte».

«Il vostro ritorno dopo quasi due anni di forzata assenza, è un segno di rinascita per noi, per la ripresa della vita dell’Italia, per la circolazione delle persone e delle culture in Europa – scrive rivolgendosi direttamente ai turisti -. Questa regione del Belpaese viene incontro alla vostra ricerca di accoglienza, di serenità, di rinnovata voglia di cominciare. Partendo da Novara, la città Antonelliana su cui svetta la Cupola più alta del mondo costruita in mattoni, questo meraviglioso territorio, che si distende “dal riso al Rosa”, vi offre la ricchezza di una visita lungo quattro direzioni. La prima direzione vi fa percorrere la costa d’oro del Lago Maggiore che scende da Canobbio fin ad Arona, la città di San Carlo. Punteggiata da tanti campeggi e strutture alberghiere e recettive di statura internazionale (basti pensare, oltre a Dormelletto, Stresa, Verbania, Cannero, Canobbio e al panorama mozzafiato delle Isole Borromee), rimane la mèta di un turismo a forte vocazione lacustre, artistica e culturale. Il panorama indimenticabile del secondo lago d’Italia rimarrà per sempre nel vostro cuore».

«La seconda direzione vi introduce nella corona della Val d’Ossola, che si ramifica in sette valli, tutte capaci di attrarre per i loro scenari montani famosi, come la parete Est del Monte Rosa in Val Anzasca, oppure la Val Antigorio e la Val Formazza, di cultura Walser, la Val Vigezzo, molto amata dai Lombardi e dai confinanti Svizzeri – si legge ancora nella lettera -. La grande risorsa delle acque minerali e termali, che danno il marchio a nomi famosi nel mondo, il patrimonio artistico di splendente bellezza come il Sacro Monte Calvario, la Chiesa di Baceno e l’incantevole Domodossola con il rinnovato Museo, vi doneranno un’intensa esperienza di vita e di spiritualità. La terza direzione ci fa visitare la conca d’argento del Lago d’Orta, con il gioiello dell’Isola san Giulio, in cui risiede una numerosa comunità monastica benedettina, luogo di profonda e attraente spiritualità. Punteggiato su ambedue le rive di piccoli e incantevoli paesi, il lago va da Omegna a Gozzano, con scorci che meritano la nostra visita e sosta, e spingono a incursioni fino alla Madonna del Sasso e al panorama del Mottarone da cui si ammirano ben sette laghi».

«Infine, la quarta direzione è la verde Valsesia che s’inoltra fino ad Alagna, alla parete sud del Rosa, in diretto collegamento funiviario con Gressoney. La valle ha come epicentro culturale e religioso il Sacro Monte di Varallo, una Terra Santa “in miniatura”, la Parete Gaudenziana nella Chiesa della Madonna della Grazie in città e la Pinacoteca con i famosi dipinti di Tanzio da Varallo e non solo. Tutta la Valle riserva scoperte e curiosità che non mancheranno di stupirvi – conclude il vescovo -. Ci attende un anno per ricominciare: spero possiate incontrare comunità vive, accoglienti, capaci di dialogo, scambio e attenzione. E mi auguro possiate scoprire anche un luogo per mettervi “in disparte” per trovare in modo nuovo se stessi, gli altri e Dio. La vacanza o la villeggiatura, pur in un momento di preoccupazione, trovi spazio per l’incontro e la carità, e non sia solo un tempo di dissipazione, ma di condivisione con chi incrociamo sul cammino».

Il miglior messaggio di ripartenza che si possa ricevere.

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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