Fondazione Castello, il Consiglio comunale approva il nuovo Statuto

Fondazione Castello, c’é il nuovo Statuto. Finalmente, verrebbe da aggiungere, perché questa parola è più volte risuonata nel corso della seduta online del Consiglio comunale di stamattina, giovedì 21 gennaio. Con il voto unanime l’assemblea ha dunque approvato l’atteso documento, costituito da 34 articoli. Con la delibera, ha illustrato il sindaco Alessandro Canelli, «approviamo i patti parasociali, con i quali l’Amministrazione assume il ruolo di “promotore fondatore”, il conferimento in concessione d’uso gratuito il complesso monumentale del Castello». Come avvenuto in sede di Commissione il primo cittadino ha riassunto i passaggi storici, citando i riferimenti normativi riguardanti la tutela e la valorizzazione dell’immobile, ricordando come «con questa delibera andiamo anche a conferire il bene alla Fondazione, affinché possa svolgere pienamente la sua funzione». Però, ha insistito Canelli, «abbiamo voluto avere anche un occhio di riguardo nei confronti di tutti quei soggetti che dalla fine del 2006 ci hanno sostenuto, condividendo questo percorso». Ma cosa emerge tra l’altro da questo nuovo Statuto? «La volontà dell’Amministrazione di tenere sotto controllo la Fondazione, ente strumentale per lo sviluppo e la valorizzazione di politiche culturali sulla nostra città», con un peso specifico che sarà svolto dallo stesso Consiglio comunale. Un nuovo rapporto di relazione fra questo ente e il Comune è stato ricordato dallo stesso presidente della Fondazione Massimiliano Atelli: «Un rapporto più integrato e stretto, dove tra l’altro mi preme sottolineare il fatto che nel Consiglio di indirizzo i rappresentanti saranno indicati tanto dalla maggioranza che dalla minoranza».

 

 

Venendo al dibattito, la consigliera del Pd Sara Paladini ha “rotto il ghiaccio” con un «era ora! I pareri – ha poi detto – sono giunti più di un anno fa. Abbiamo accumulato ritardi e non si può dimenticare che questi possano avere delle conseguenze. Sullo Statuto non abbiano particolari osservazioni, ma quello che mi preoccupa è prima di tutto la responsabilità che tutti dobbiamo assumerci sull’assoluto rispetto dei termini per la presentazione dei piani di valorizzazione, sino a oggi non condivisi dal Comune. E quando parlo di Comune dico tutti, maggioranza e opposizione». Altre perplessità riguardano due altri aspetti: «Il Castello in questo momento ha bisogno di un forte supporto sostanziale economico perché la situazione è davvero difficile, anche per la pandemia. Credo che debba ragionare su come possa stare in piedi questa Fondazione, visto che finora le utenze sono pagate dal Comune. Con il tempo ritengo poi che ci debba dotare di ulteriore personale per adeguati ruoli e compiti. Non lo può fare l’Alt, che ha solo due dipendenti e poi deve svolgere un’attività di carattere turistico. Inoltre non mi convince la visione che ha il sindaco, quella che la Fondazione diventi un’ente strumentale, come fosse un’azienda in house, in grado di gestire in maniera esterna una serie di attività culturali e non solo». Per Paladini il rischio concreto è quello «che il Comune sia sostanzialmente privato ed estromesso dalla gestione culturale della città. Il sindaco fa un annuncio ma non mette in campo uno strumento adeguato».

«E’ vero che oggi andiamo ad approvare – ha replicato sull’altro fronte Valter Mattiuz – uno strumento di normativa, ma non è vero che non abbiamo una visione della cultura generale. A volte è importante iniziare con delle basi sulle quali costruire interventi più articolati. E’ chiaro che che il Comune non dovrà essere solo spettatore, ma attore principale attraverso delle programmazioni. Non è vero che facciamo solo annunci, in questi anni abbiamo contribuito a riqualificare molti beni del nostro patrimonio culturale. La cultura è un bene di tutti». Ricordando poi quanto accaduto una trentina di anni fa, «quando Novara, con un’Amministrazione non certo di centro-destra, ebbe un importante slancio culturale importantissimo grazie a un lavoro egregio»

«Oggi abbiamo bisogno di dare a questa Fondazione delle gambe – ha insistito il capogruppo “dem” Rossano Pirovano – di annunci ne abbiamo sentiti tanti e non rispondono poi ad atti concreti. Visto che si deve approvare lo Statuto il nostro voto sarà favorevole». Per Ivan De Grandis (Fratelli d’Italia) «si tratta del sistema migliore per valorizzare il sistema culturale della nostra città. Chi parla di annunci non ha ascoltato bene il sindaco e chi sminuisce l’Atl non conosce il lavoro che è stato fatto».

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Luca Mattioli

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Fondazione Castello, c'é il nuovo Statuto. Finalmente, verrebbe da aggiungere, perché questa parola è più volte risuonata nel corso della seduta online del Consiglio comunale di stamattina, giovedì 21 gennaio. Con il voto unanime l'assemblea ha dunque approvato l'atteso documento, costituito da 34 articoli. Con la delibera, ha illustrato il sindaco Alessandro Canelli, «approviamo i patti parasociali, con i quali l'Amministrazione assume il ruolo di “promotore fondatore”, il conferimento in concessione d'uso gratuito il complesso monumentale del Castello». Come avvenuto in sede di Commissione il primo cittadino ha riassunto i passaggi storici, citando i riferimenti normativi riguardanti la tutela e la valorizzazione dell'immobile, ricordando come «con questa delibera andiamo anche a conferire il bene alla Fondazione, affinché possa svolgere pienamente la sua funzione». Però, ha insistito Canelli, «abbiamo voluto avere anche un occhio di riguardo nei confronti di tutti quei soggetti che dalla fine del 2006 ci hanno sostenuto, condividendo questo percorso». Ma cosa emerge tra l'altro da questo nuovo Statuto? «La volontà dell'Amministrazione di tenere sotto controllo la Fondazione, ente strumentale per lo sviluppo e la valorizzazione di politiche culturali sulla nostra città», con un peso specifico che sarà svolto dallo stesso Consiglio comunale. Un nuovo rapporto di relazione fra questo ente e il Comune è stato ricordato dallo stesso presidente della Fondazione Massimiliano Atelli: «Un rapporto più integrato e stretto, dove tra l'altro mi preme sottolineare il fatto che nel Consiglio di indirizzo i rappresentanti saranno indicati tanto dalla maggioranza che dalla minoranza».     Venendo al dibattito, la consigliera del Pd Sara Paladini ha “rotto il ghiaccio” con un «era ora! I pareri - ha poi detto - sono giunti più di un anno fa. Abbiamo accumulato ritardi e non si può dimenticare che questi possano avere delle conseguenze. Sullo Statuto non abbiano particolari osservazioni, ma quello che mi preoccupa è prima di tutto la responsabilità che tutti dobbiamo assumerci sull'assoluto rispetto dei termini per la presentazione dei piani di valorizzazione, sino a oggi non condivisi dal Comune. E quando parlo di Comune dico tutti, maggioranza e opposizione». Altre perplessità riguardano due altri aspetti: «Il Castello in questo momento ha bisogno di un forte supporto sostanziale economico perché la situazione è davvero difficile, anche per la pandemia. Credo che debba ragionare su come possa stare in piedi questa Fondazione, visto che finora le utenze sono pagate dal Comune. Con il tempo ritengo poi che ci debba dotare di ulteriore personale per adeguati ruoli e compiti. Non lo può fare l'Alt, che ha solo due dipendenti e poi deve svolgere un'attività di carattere turistico. Inoltre non mi convince la visione che ha il sindaco, quella che la Fondazione diventi un'ente strumentale, come fosse un'azienda in house, in grado di gestire in maniera esterna una serie di attività culturali e non solo». Per Paladini il rischio concreto è quello «che il Comune sia sostanzialmente privato ed estromesso dalla gestione culturale della città. Il sindaco fa un annuncio ma non mette in campo uno strumento adeguato». «E' vero che oggi andiamo ad approvare - ha replicato sull'altro fronte Valter Mattiuz - uno strumento di normativa, ma non è vero che non abbiamo una visione della cultura generale. A volte è importante iniziare con delle basi sulle quali costruire interventi più articolati. E' chiaro che che il Comune non dovrà essere solo spettatore, ma attore principale attraverso delle programmazioni. Non è vero che facciamo solo annunci, in questi anni abbiamo contribuito a riqualificare molti beni del nostro patrimonio culturale. La cultura è un bene di tutti». Ricordando poi quanto accaduto una trentina di anni fa, «quando Novara, con un'Amministrazione non certo di centro-destra, ebbe un importante slancio culturale importantissimo grazie a un lavoro egregio» «Oggi abbiamo bisogno di dare a questa Fondazione delle gambe - ha insistito il capogruppo “dem” Rossano Pirovano - di annunci ne abbiamo sentiti tanti e non rispondono poi ad atti concreti. Visto che si deve approvare lo Statuto il nostro voto sarà favorevole». Per Ivan De Grandis (Fratelli d'Italia) «si tratta del sistema migliore per valorizzare il sistema culturale della nostra città. Chi parla di annunci non ha ascoltato bene il sindaco e chi sminuisce l'Atl non conosce il lavoro che è stato fatto».

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