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«Fate ricerca non solo lezioni». L’appello del rettore dell’Upo all’Università della terza età

Ieri all'Arengo del Broletto è stato inaugurato l'anno accademico dell'Università delle tre età

«Fate ricerca non solo lezioni». L’appello del rettore dell’Upo all’Università della terza età Nel pomeriggio di ieri, 26 novembre, l’Università delle tre età di Novara, conosciuta come Università della terza età, ha aperto l’anno accademico all’Arengo del Broletto. Nonostante alcuni corsi siano già stati avviati, quello di ieri è stato il primo momento di ritrovo post Covid. «Siamo rimasti lontani per mesi e l’unico legame che avevamo era il sito dell’università – ha detto la presidente Paola Turchelli -. Oggi siamo qui e questa non è solo un’inaugurazione, ma una festa per tutti noi. Abbiamo una nuova casa che vogliamo diventi il welfare della cultura della città. Appena sono state aperte le iscrizioni, si è formata la coda: gli iscritti sono 600 e questo è il segno che le persone vogliono continuare a conoscere».

Un nuovo inizio, dunque, e con una nuova sede: quella di via Gnifetti 12, la villa che i coniugi Franchini Ferutta hanno lasciato in eredità alla Fondazione Comunità Novarese onlus la quale, a sua volta, ha concesso in parte all’Università per lo svolgimento delle lezioni.

Sul tema della campagna vaccinale si è concentrato l’intervento del sindaco, Alessandro Canelli: «Un anno fa eravamo chiusi in casa, in ospedale c’erano 274 ricoverati, 27 dei quali in terapia intensiva. Oggi ce ne sono sei e noi siamo qui in presenza. Questo grazie al piano vaccini che ci permette di ricominciare a vivere: la pandemia non è ancora superata, ma sono stati fatti enormi passi avanti».

La lezione inaugurale è stata affidata al rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Gian Carlo Avanzi, il quale, dopo una breve introduzione sui corretti stili di vita, sull’alimentazione equilibrata («senza troppe tristi rinunce») e la giusta attività fisica, ha lanciato un appello: «Fate ricerca non solo lezioni frontali. È tempo di pensare a una nuova didattica, diversa dal puro ascolto. Gruppi di lavoro, approfondimento: l’università è il luogo giusto in cui tutti crescono. Durante la pandemia l’Upo ha sperimentato una didattica innovativa, quella on line: a me non piace, però ci ha permesso di continuare a svolgere le lezioni e non abbiamo perso neanche uno studente. Questo periodo – ha continuato Avanzi rivolgendosi alla platea – ci ha insegnato che la tecnologia è fondamentale, ma non è tutto: l’incontro tra persone è tutt’altra cosa e voi siete un esempio. Studiare con passione è meraviglioso, assorbire quello che altri ci vogliono trasmettere e sfruttare queste conoscenze è fondamentale per formulare nuovi pensieri».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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