Borgomanero, altro decesso alla casa di riposo

Altro decesso, ieri, nella casa di riposo Opera Pia Curti di Borgomanero, il 17esimo dal 14 marzo ad oggi. Ma dei tamponi ancora nessuna traccia. La conferma dal sindaco, Sergio Bossi e dal direttore della struttura, Giovanni Tinivella. «Nessun tampone – dice il sindaco – ma ieri, grazie all’interessamento della dottoressa Arabella Fontana, siamo riusciti ad avere un’equipe di medici dell’Asl che sono andati alla casa di riposo, hanno fatto uno screening e verifiche ed hanno chiesto di tenere costantemente monitorata la situazione».

 

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«Stiamo facendo una guerra senza armi, sopra alle nostre possibilità – dice Tinivella –  Combattiamo scalzi e senza divise contro un esercito armato di tutto punto. Non abbiamo neppure un supporto».

E’ un grido d’allarme, ma anche di dolore e di impotenza quello del direttore.

Che la situazione nella struttura di Borgomanero sia critica non ne ha mai fatto mistero Tinivella che, nel commentare i decessi avvenuti ha sottolineato «mai capitato in tutta la mia carriera»; tutte persone con età compresa tra gli 80 e i 90 anni.

Decessi che non sono di fatto attribuibili al Covid 19, come causa o concausa, perché non sono stati fatti gli accertamenti.

«Vorrei – dice a questo proposito con forza il sindaco Bossi – che in Piemonte venissero fatti più tamponi. Il mio è un grido d’allarme: facciamo i tamponi. Non è una critica alla Regione o all’assessore Icardi, che anzi ci sono stati molto vicini. E’ una richiesta».

Nella struttura di Borgomanero intanto, già da giorni, è stato “creato” un reparto in isolamento dove sono state trasferite 14 persone (erano 15 ma una purtroppo è deceduta ieri) e di questi, a questa mattina, tre versano in condizioni critiche.

A margine, per dovere di cronaca, corre l’obbligo ricordare che una settimana fa, esattamente il 27 marzo, su decisione dell’Unità di Crisi, l’assessore regionale alla Sanità aveva annunciato test sierologici, su dipendenti e ospiti, a tappeto nelle oltre 700 case di riposo piemontesi.

Se è vero che, come recita un proverbio senegalese, “Quando muore un anziano brucia una biblioteca”, la sensazione è che ne siano già bruciate troppe.

 

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Daniela Fornara

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Borgomanero, altro decesso alla casa di riposo

Altro decesso, ieri, nella casa di riposo Opera Pia Curti di Borgomanero, il 17esimo dal 14 marzo ad oggi. Ma dei tamponi ancora nessuna traccia. La conferma dal sindaco, Sergio Bossi e dal direttore della struttura, Giovanni Tinivella. «Nessun tampone – dice il sindaco - ma ieri, grazie all’interessamento della dottoressa Arabella Fontana, siamo riusciti ad avere un’equipe di medici dell’Asl che sono andati alla casa di riposo, hanno fatto uno screening e verifiche ed hanno chiesto di tenere costantemente monitorata la situazione».   [the_ad id="62649"]   «Stiamo facendo una guerra senza armi, sopra alle nostre possibilità – dice Tinivella -  Combattiamo scalzi e senza divise contro un esercito armato di tutto punto. Non abbiamo neppure un supporto». E’ un grido d’allarme, ma anche di dolore e di impotenza quello del direttore. Che la situazione nella struttura di Borgomanero sia critica non ne ha mai fatto mistero Tinivella che, nel commentare i decessi avvenuti ha sottolineato «mai capitato in tutta la mia carriera»; tutte persone con età compresa tra gli 80 e i 90 anni. Decessi che non sono di fatto attribuibili al Covid 19, come causa o concausa, perché non sono stati fatti gli accertamenti. «Vorrei – dice a questo proposito con forza il sindaco Bossi – che in Piemonte venissero fatti più tamponi. Il mio è un grido d’allarme: facciamo i tamponi. Non è una critica alla Regione o all’assessore Icardi, che anzi ci sono stati molto vicini. E’ una richiesta». Nella struttura di Borgomanero intanto, già da giorni, è stato “creato” un reparto in isolamento dove sono state trasferite 14 persone (erano 15 ma una purtroppo è deceduta ieri) e di questi, a questa mattina, tre versano in condizioni critiche. A margine, per dovere di cronaca, corre l’obbligo ricordare che una settimana fa, esattamente il 27 marzo, su decisione dell’Unità di Crisi, l’assessore regionale alla Sanità aveva annunciato test sierologici, su dipendenti e ospiti, a tappeto nelle oltre 700 case di riposo piemontesi. Se è vero che, come recita un proverbio senegalese, “Quando muore un anziano brucia una biblioteca”, la sensazione è che ne siano già bruciate troppe.  

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