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Coronavirus e mobilità: guardiamo avanti

Egregio Direttore,
riteniamo sia necessario che il Comune realizzi iniziative di pronto intervento nella mobilità a Novara, per evitare che la pandemia riprenda la sua virulenza nel prossimo settembre. Crediamo che, tra le molte iniziative utili e possibili per ridurre l’ inquinamento dell’aria e quindi per migliorare la nostra salute, ci siano tre provvedimenti, che si distinguono per efficacia, rapidità di risposta e per i limitati investimenti.

Primo: l’estensione del limite 30 km/ ora in tutta la città. Questo limite, oggi adottato in alcune vie di Novara (es. via Gnifetti), se esteso in tutta la città, permetterebbe l’uso della bicicletta in ogni strada cittadina, almeno da parte delle persone adulte, con conseguente importante riduzione della produzione delle polveri sottili. Il limite 30 riduce anche il numero e la gravità degli incidenti stradali in città, senza aumentare i tempi di percorrenza. Inoltre il limite 30 può essere applicato in tempi brevi, con costi limitati, rendendo così la nostra città più vivibile.

Secondo: l’ampliamento delle piste ciclabili, allo scopo in primo luogo di migliorare la sicurezza degli spostamenti in bici dei bambini e dei ragazzi, ma anche degli adulti. Le  attuali piste ciclabili, opportunamente ampliate e mantenute, permettono ai nostri figli e nipoti di viaggiare celermente in tutta tranquillità e autonomia.

Terzo: estensione del pedibus a tutte le scuole elementari novaresi. Il pedibus, il cosiddetto bus a piedi, è in funzione da anni e con successo nel complesso scolastico Bottacchi, e andrebbe esteso ai restanti sei complessi scolastici delle scuole elementari novaresi. Il pedibus eviterebbe gli ingorghi di traffico, che si verificano ogni mattina all’inizio delle lezioni. Anche il pedibus richiede investimenti limitati da parte del Comune.

Rimaniamo in attesa delle conferme di iniziative tempestive da parte del Comune di Novara.

Fabio Tomei, presidente Carp Novara

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2 risposte

  1. Condivido completamente le osservazioni di Fabio Tomei, ma aggiungerei che è arrivato il momento di osare di più ripensando completamente l’idea di città. Tutta l’Europa e mezzo mondo vanno in quella direzione. Non è più possibile considerare i centri storici come depositi di auto in sosta che impediscono il transito pedonale, ostruiscono le rampe di accesso ai disabili, occupano le poche e malandate piste ciclabili, sostano sugli stalli delle fermate degli autobus. E’ ora che Piazza dei Martiri, Piazza Gramsci e tante strette vie del centro vengano liberate dalle auto (residenti a parte, ovviamente). E’ tempo che i grandi viali e corsi delle periferie riservino uno dei due lati della strada alla sola mobilità ciclabile, è ora che gli automobilisti rispettino le piste ciclabili che, occorre ricordarlo, non sono spazi di sosta temporanea per le auto. E’ ora, ma è proprio ora, di cambiare il modo di pensare su parchi, mobilità ciclistica e pedonale. Sr non ora quando?

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