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A secco le terre d’acqua. In emergenza 37 Comuni del novarese. L’assessore Marnati: «Uso consapevole dell’acqua»

Preoccupante i lreport di Acqua Novara Vco: dal 2020 la quantità di precipitazioni registra punte fino al -69%

Nella serata di ieri, 20 giugno, l’Osservatorio dell’autorità distrettuale del fiume Po, ha certificato la gravità della situazione ed è scattata l’allerta rossa, condizione che comporta la possibilità di vedere riconosciuto lo stato di emergenza. La richiesta di stato di calamità per l’agricoltura e di d’emergenza per le criticità legate alla rete idrica sulla cittadinanza eram infatti, stata inoltrata la scorsa settimana dal governatore Alberto Cirio al governo.

Come già detto, allo stato attuale le zone più colpite sono il novarese e il verbano cusio ossola e la situazione è in peggioramento: le risaie sono a secco e 37 Comuni del medio e alto novarese – fino a domenica erano 27 – sono in emergenza; cinque Comuni (Fontaneto d’Agogna, Cureggio, Cressa, Suno, Miasino) sono in zona rossa e ciò significa che sono in corso interventi con autobotti per la distribuzione dell’acqua o sono previste chiusure notturne.

Gli altri 32 Comuni in fascia arancione e verde rischiano di passare in zona rossa mostrando importanti segnali di abbassamento delle falde acquifere: Invorio, Borgomanero, Gozzano, Paruzzaro, Gargallo, Maggiora, Boca, Cavallirio, Orta San Giulio, Castelletto Sopra Ticino, Borgo Ticino, Arona, Ameno, Armeno, Colazza, Lesa, Massino Visconti, Meina, Pella, Pettenasco, Pisano, San Maurizio D’Opaglio, Oleggio, Bolzano Novarese, Soriso, Pogno, Gattico-Veruno, Oleggio Castello, Pombia, Varallo Pombia, Nebbiuno. In tutto i Comuni del Vco in allerta sono 47.

Il presidente di Acqua Novara Vco, Emanuele Terzoli, e l’amministratore delegato, Daniele Barbone, hanno illustrato le caratteristiche dell’emergenza e presentato dati per la prima volta messi a disposizione, sulla base di uno studio congiunto realizzato con il Politecnico di Milano e in collaborazione con l’Università Statale di Milano. Vengono considerate 132 stazioni pluviometriche situate tra Piemonte e Lombardia e il trend degli impianti gestiti: dal 2020, rispetto al trentennio 1961-1990, la quantità di precipitazioni registra punte fino al -69%; unico evento in controtendenza il fenomeno estremo di ottobre 2020. «Attraverso la partnership universitaria – commentano – il report verrà completato a fine mese per tarare il piano di investimenti (160milioni) e orientarlo verso queste tematiche».

«Il Piemonte orientale, in particolare Vco e novarese, è il più colpito – commenta l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati, che coordina il tavolo di crisi permanente – nonostante il problema si stia diffondendo anche nel biellese, interessando tutta la parte nord del Piemonte. Circa il 10% dei comuni ha emesso ordinanze per l’uso consapevole dell’acqua e, al momento, ci sono una decina quelli che hanno interrotto l’erogazione nelle ore notturne per permettere il ricarico delle cisterne. L’appello è di fare un uso consapevole dell’acqua e, parallelamente, di cercare di ridurre, laddove possibile, i consumi, ancora troppo alti».

«Tutte le parti interessate della filiera dell’acqua e i concessionari dei bacini idroelettrici hanno dato massima disponibilità a collaborare accogliendo la richiesta della Regione di rilasciare una quota di acqua dagli invasi per sostenere il comparto dell’agricoltura per il quale i danni rischiano di essere devastanti. In queste ore il rilascio è già iniziato in alcune aree del territorio – aggiunge Marnati con il presidente Cirio -. È necessario conitnuare a lavorare su due fronti: da una parte chiedendo allo Stato di stanziare risorse immediate per aiutare i nostri agricoltori, dall’altra trovando anche soluzioni interne attraverso i bacini idroelettrici».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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