Un violento pestaggio quello avvenuto il 24 marzo scorso, quando fuori dalla caserma Passalacqua a Novara era stato ritrovato un uomo di 70 anni preso a martellate in testa. Quello stesso giorno era stata soccorsa anche un’altra persona, un giovane di nazionalità marocchina (due situazioni non collegate fra loro): era riuscito a lanciare l’allarme e a essere sentito da un passante, e poi trovato all’interno della caserma dopo essere stato bloccato, spogliato e picchiato.
Per quell’episodio in tribunale due giovani egiziani, un 18enne e un 24enne, sono stati condannati con rito abbreviato alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione per sequestro di persona e lesioni personali. Non è stato riconosciuto invece il reato di violenza privata, ovvero la minaccia di diffondere in rete alcuni video che riprendevano la vittima seminuda. Il pm aveva chiesto 4 anni per entrambi, mentre la difesa aveva chiesto il minimo della pena per le lesioni e l’assoluzione per il resto.
I due imputati erano stati identificati grazie al lavoro dei carabinieri di Novara, partito con la testimonianza del diciannovenne legato e malmenato. Quest’ultimo aveva raccontato di essere stato immobilizzato da lacci a braccia e gambe, colpito più volte con calci e pugni, e perfino con una catena, e infine abbandonato ferito al secondo piano dell’ex caserma.
Rimangono ancora dubbi sul motivo dell’aggressione: la vittima ha detto di non avere debiti di droga, che aveva sì acquistato dagli egiziani in qualche occasione, ma sempre pagato. La mattina dei fatti aveva solo sentito uno dei due che lo accusava di avergli rubato il cellulare, circostanza da lui negata. Inizialmente i due aggressori, anche loro occupanti abusivi dell’ex caserma, si erano resi irreperibili; poi sono ricomparsi a Novara ed era stato loro notificato l’ordine di cattura per il grave pestaggio















