Novara e Alessandria fuori dalla zona di restrizione per la peste suina: sospiro di sollievo per gli allevatori

Dall’inizio dell’emergenza, sono stati abbattuti 27.000 capi suini, con 13.000 concentrati in una sola azienda

La Commissione Europea ha deciso di revocare le restrizioni imposte negli ultimi anni per contrastare la peste suina africana nelle province di Lodi, Pavia, Novara e Alessandria. Questi territori, importanti distretti suinicoli, avevano subito nel 2024 casi di contagio negli allevamenti di suini domestici che avevano portato all’abbattimento e alla distruzione di migliaia di capi, nel tentativo di contenere l’epidemia. La decisione europea arriva dopo oltre un anno senza nuovi casi di infezione nei territori interessati, sancendo di fatto la fine di un periodo difficile per gli allevatori locali.

Paolo Bongioanni, assessore con delega alla peste suina ha commentato con sollievo: «La cancellazione delle restrizioni rappresenta la fine di un incubo per i nostri imprenditori, che hanno dovuto affrontare pesanti sacrifici e il deprezzamento dei capi». L’assessore ha sottolineato che, nonostante la revoca della cosiddetta zona di restrizione 3, che includeva Novara e Alessandria, la prevenzione deve rimanere una priorità.

Anche Daniela Cameroni, consigliera regionale del Piemonte per Fratelli d’Italia, ha accolto con entusiasmo la notizia, evidenziando l’impatto economico sul territorio: «Nella provincia di Novara, dall’inizio dell’emergenza, sono stati abbattuti 27.000 capi suini, con 13.000 concentrati in una sola azienda. Questa filiera, costituita da una decina di allevamenti principali, può finalmente ripartire e pianificare il futuro con maggiore serenità». Cameroni ha inoltre ricordato le difficoltà aggiuntive legate alla limitazione della caccia, che aveva reso più complicata la gestione dei cinghiali e aumentato la pressione sugli allevamenti e sulle coltivazioni.

La revoca delle restrizioni rappresenta quindi non solo un sollievo per gli allevatori piemontesi, ma anche un importante passo avanti nella gestione della sicurezza sanitaria e nella valorizzazione della filiera suinicola. Gli operatori possono ora guardare al futuro con maggiore fiducia, mentre le istituzioni continueranno a monitorare il territorio e a promuovere la prevenzione per evitare il ritorno dell’infezione.

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Novara e Alessandria fuori dalla zona di restrizione per la peste suina: sospiro di sollievo per gli allevatori

Dall’inizio dell’emergenza, sono stati abbattuti 27.000 capi suini, con 13.000 concentrati in una sola azienda

La Commissione Europea ha deciso di revocare le restrizioni imposte negli ultimi anni per contrastare la peste suina africana nelle province di Lodi, Pavia, Novara e Alessandria. Questi territori, importanti distretti suinicoli, avevano subito nel 2024 casi di contagio negli allevamenti di suini domestici che avevano portato all’abbattimento e alla distruzione di migliaia di capi, nel tentativo di contenere l’epidemia. La decisione europea arriva dopo oltre un anno senza nuovi casi di infezione nei territori interessati, sancendo di fatto la fine di un periodo difficile per gli allevatori locali.

Paolo Bongioanni, assessore con delega alla peste suina ha commentato con sollievo: «La cancellazione delle restrizioni rappresenta la fine di un incubo per i nostri imprenditori, che hanno dovuto affrontare pesanti sacrifici e il deprezzamento dei capi». L’assessore ha sottolineato che, nonostante la revoca della cosiddetta zona di restrizione 3, che includeva Novara e Alessandria, la prevenzione deve rimanere una priorità.

Anche Daniela Cameroni, consigliera regionale del Piemonte per Fratelli d’Italia, ha accolto con entusiasmo la notizia, evidenziando l’impatto economico sul territorio: «Nella provincia di Novara, dall’inizio dell’emergenza, sono stati abbattuti 27.000 capi suini, con 13.000 concentrati in una sola azienda. Questa filiera, costituita da una decina di allevamenti principali, può finalmente ripartire e pianificare il futuro con maggiore serenità». Cameroni ha inoltre ricordato le difficoltà aggiuntive legate alla limitazione della caccia, che aveva reso più complicata la gestione dei cinghiali e aumentato la pressione sugli allevamenti e sulle coltivazioni.

La revoca delle restrizioni rappresenta quindi non solo un sollievo per gli allevatori piemontesi, ma anche un importante passo avanti nella gestione della sicurezza sanitaria e nella valorizzazione della filiera suinicola. Gli operatori possono ora guardare al futuro con maggiore fiducia, mentre le istituzioni continueranno a monitorare il territorio e a promuovere la prevenzione per evitare il ritorno dell’infezione.

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