Senza l’integrazione degli immigrati l’Italia non si salverà 

Lo ha detto chiaramente un uomo per niente di sinistra, che ha voluto e nominato il governo Meloni, che però ha dimostrato vera indipendenza intellettuale: il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle sue considerazioni annuali. Il crollo demografico, non più il calo demografico, mette in pericolo la nostra economia, le nostre pensioni, i nostri consumi, il nostro welfare: un crollo inarrestabile non più recuperabile, anche se si dovesse invertire la rotta con politiche adeguate, cosa che però non esiste per ora.

Mancano i lavoratori, mancheranno sempre di più, un processo di decrescita non felice e non dovuto a politiche ambientaliste troppo integraliste e severe ma a dinamiche che hanno preceduto di parecchi anni una maggiore sostenibilità ambientale.

Mancano i lavoratori, i consumatori, i contribuenti e chi paga i contributi. Non ci sono alternative concrete e praticabili alla presenza e all’arrivo di immigrati in Italia che già sono e saranno sempre più i nuovi cittadini italiani.

Nessuno può nascondere il fatto che non è facile accogliere e integrare i nuovi italiani nel nostro contesto culturale e sociale ,come del resto non è facile innanzitutto per loro stessi. Nel contempo negare per motivi ideologici questo stato di necessità sarebbe assurdo e pericoloso.

La sfida per la politica e per i politici, ma ancora prima per ogni cittadino, è fra il rifugiarsi in nostalgia impossibile per un’Italia omogenea e monocolore (ma l’Italia lo è mai stata veramente?), o governare questi processi e integrare nuovi cittadini coscienti dei loro diritti e dei loro doveri. Questo è l’unico futuro che ci è posto davanti, sempre che vogliamo avere un futuro come Paese.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Senza l’integrazione degli immigrati l’Italia non si salverà 

Lo ha detto chiaramente un uomo per niente di sinistra, che ha voluto e nominato il governo Meloni, che però ha dimostrato vera indipendenza intellettuale: il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle sue considerazioni annuali. Il crollo demografico, non più il calo demografico, mette in pericolo la nostra economia, le nostre pensioni, i nostri consumi, il nostro welfare: un crollo inarrestabile non più recuperabile, anche se si dovesse invertire la rotta con politiche adeguate, cosa che però non esiste per ora.

Mancano i lavoratori, mancheranno sempre di più, un processo di decrescita non felice e non dovuto a politiche ambientaliste troppo integraliste e severe ma a dinamiche che hanno preceduto di parecchi anni una maggiore sostenibilità ambientale.

Mancano i lavoratori, i consumatori, i contribuenti e chi paga i contributi. Non ci sono alternative concrete e praticabili alla presenza e all’arrivo di immigrati in Italia che già sono e saranno sempre più i nuovi cittadini italiani.

Nessuno può nascondere il fatto che non è facile accogliere e integrare i nuovi italiani nel nostro contesto culturale e sociale ,come del resto non è facile innanzitutto per loro stessi. Nel contempo negare per motivi ideologici questo stato di necessità sarebbe assurdo e pericoloso.

La sfida per la politica e per i politici, ma ancora prima per ogni cittadino, è fra il rifugiarsi in nostalgia impossibile per un’Italia omogenea e monocolore (ma l’Italia lo è mai stata veramente?), o governare questi processi e integrare nuovi cittadini coscienti dei loro diritti e dei loro doveri. Questo è l’unico futuro che ci è posto davanti, sempre che vogliamo avere un futuro come Paese.

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