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Coldiretti Piemonte: «Attacco Syngenta colpisce biologico made in Piemonte»

L’attacco della multinazionale Syngenta al biologico colpisce direttamente l’Italia che è leader europeo nel numero di imprese agricole bio con ben 70mila produttori

L’attacco della multinazionale Syngenta al biologico colpisce direttamente l’Italia che è leader europeo nel numero di imprese agricole bio con ben 70mila produttori, con oltre 2 milioni di ettari coltivati. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le dichiarazioni di Erik Fyrwald, Ceo del colosso agrochimico Syngenta secondo il quale di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale provocata dalla guerra in Ucraina, è necessario rinunciare all’agricoltura biologica per ottenere rese produttive maggiori.

«Occorre lasciare agli imprenditori la libertà di decidere cosa produrre sulla base dei propri interessi e della domanda dei consumatori – hanno evidenziato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato Confederale  –. Viviamo in una economia di mercato dove a decidere cosa produrre non può essere di certo la cinese Syngenta. La dichiarazione – continuano – avviene a poco più di due mesi dall’approvazione in Italia della legge sul biologico approvata proprio per rispondere alle attese di produttori e consumatori che in misura crescente si avvicinano al biologico, che finisce oggi nel carrello della spesa di quasi due italiani su tre (64%) con le vendite totali che nell’ultimo decennio sono più che raddoppiate tanto che nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export».

E’ infatti interessato iI parere del massimo esponente della multinazionale  del settore dell’agro-industria, specializzato nella produzione di mezzi tecnici per l’agricoltura e nelle attività nel campo delle sementi che è stato acquistato nel 2017 per 43 miliardi di dollari dal colosso cinese ChemChina, il quale nel frattempo si è unita con Sinochem, dando vita a una holding petrolchimica da 150 miliardi di dollari.

«In Piemonte sono oltre 50 mila gli ettari ad oggi coltivati con metodo biologico e le produzioni riguardano soprattutto colture da foraggio, prati, cereali, frutta e vite. Molto richiesto a livello internazionale è il vino biologico piemontese. Sono oltre 3 mila gli operatori certificati biologici tra produttori, trasformatori ed importatori. A febbraio è nata Coldiretti Bio, la task force di aziende ed esperti per un settore che, a livello nazionale, vale 7,5 miliardi di euro tra consumi interni ed export. E’ stata sancita, così, l’attenzione che Coldiretti ha sempre dimostrato nei confronti di un’agricoltura in linea con gli indirizzi europei di sostenibilità e complementare all’agricoltura tradizionale del nostro Paese», ha affermato Mauro Musso, componente del Cda di Coldiretti Bio e presidente di Terramica.

«L’Italia non può accettare passi indietro sulla sicurezza alimentare che mettono a rischio la salute dei consumatori ma anche la competitività del Made in Piemonte – hanno concluso Moncalvo e Rivarossa -. Il necessario aumento quantitativo delle produzioni deve essere ottenuto nell’immediato salvando aziende e stalle da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici».

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