Il primo testo della letteratura italiana compie 800 anni.
E non li dimostra.
In un mondo che si sta divorando e migliaia di uomini sono piagati da guerre e sfruttamento, il Cantico ci invita a guardare in modo diverso lo spazio che abitiamo e le creature che lo popolano.
San Francesco ci invita ad apprezzare la bellezza del creato e a considerarlo un dono, ma soprattutto a stringere relazioni autentiche di fraternità.
La lode del creato è nel segno dell’amore: l’esistenza del mondo è la prova di un atto d’amore gratuito.
Se l’uomo vuole continuare a far parte di questa armonia, deve ricambiare l’amore, vivere nella serena accettazione di tutti gli aspetti della vita, vivere con responsabilità: non ossessionato dall’accumulo, non predatore del mondo, ma nel segno della mitezza e della volontà di pace.
L’uomo deve essere costruttore di pace.
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual’è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a·cquelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.