Sillavengo

«Una mossa per eliminare una voce scomoda come la mia. Binatti ha fatto il suo interesse»

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«Una mossa per eliminare una voce scomoda come la mia e fare il suo interesse, ossia rafforzare la maggioranza. Binatti ha fatto il suo interesse. Questa situazione mi ha provato molto, mi prova tuttora. Sono sicuramente contento, prima di tutto per le persone che mi sono state vicine. La sentenza va a cancellare tante cose dette in modo sbagliato e non veritiero. Ricordo ancora l’11 ottobre 2019: la sera prima avevo ottenuto carica e deleghe, la mattina sono andato in Comune, ho incontrato il sindaco che mi ha stretto la mano e con cui ho bevuto il caffè e poi mi sono trovato le notifiche».

Sono le parole di Enrico Oriolo, l’amministratore comunale che, eletto come consigliere nel 2016 nella squadra di Federico Binatti, il 10 ottobre 2019 è stato nominato vicesindaco e assessore  con deleghe a Gestione e programmazione del territorio, edilizia privata, polo logistico e politiche del lavoro e il giorno dopo, 11 ottobre, alle 9 del mattino, è stato allontanato dalla vita politica per volere del primo cittadino. Enrico Oriolo, rappresentato e difeso dagli avvocato Ignazio Pagani, Massimiliano Ferrari e Giulia Dalle Carbonare, ha vinto la sua battaglia grazie alla sentenza del Tar, emanata proprio ieri, 11 marzo, che gli dà pienamente ragione.

«Una lunga gestazione, dal 15 dicembre 2020, giorno di discussione nella camera di consiglio di Torino tramite collegamento a distanza, all’11 marzo – dice il legale Pagani – nella sentenza si legge chiaramente che le motivazioni della revoca sono incongrue, irrazionali e sintomatiche di sviamento. I Giudici parlano chiaramente di condotta colposa dell’Amministrazione comunale», a tal punto che la sentenza è stata anche trasmessa alla Procura regionale ella Corte dei conti.

A pagina 2 si riporta: “Eccesso di potere per sviamento dall’interesse pubblico e dal fine tipico; irragionevolezza, illogicità e contradditorietà comportamentale”. «Fare politica è ricercare il bene comune e questa sentenza attesta che qui non è accaduto» prosegue il legale. E aggiunge Ferrari: «La sentenza richiama anche a un senso di rigore, perché la politica non può abbassarsi a queste strumentalizzazioni».

Il risarcimento
Sono 12.500 gli euro che il Comune deve dare a Enrico Oriolo: di questi 10mila sono di danni patrimoniali, contati sull’indennità dimezzata e 2.500 di danni non patrimoniali, legati al danno d’immagine in via equitativa. Ma non è tutto qui. A questa somma vanno aggiunti 3mila euro di spese legale che sempre il Comune deve versare e poi ci sono le tasse del contributo unificato, altre spese e 6.344 euro di spese legali del Comune che si è affidato all’avvocato Massimo Giordano. Facendo un conto approssimativo sono 25mila euro che il Comune di Trecate deve spendere per questo motivo.

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