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Volley, colpo di scena a Roma. Una “positiva” in più per Chieri, Igor già ammessa alla finale

Il risultato degli ulteriori test molecolari eseguiti questa mattina impedisce alla Reale Mutua Fenera di disputare la gara contro le novaresi. Il presidente della Lega, Fabris: «Queste sono le condizioni in tempo di Covid»

Colpo di scena nella Final four di Coppa Italia in programma al PalaEur di Roma oggi e domani. Una positività in più riscontrata nella squadra della Reale Mutua Fenera Chieri (quattro in totale), impedirà alle “collinari” di disputare la semifinale contro la Igor Novara. Non essendoci i tempi tecnici per un semplice rinvio, della gara come dell’intera manifestazione, la formazione torinese è stata di fatto esclusa, con promozione automatica delle ragazze di Stefano Lavarini all’atto conclusivo, in programma domani contro la vincente di Prosecco Doc Imoco Conegliano – Unet e-work Busto Arsizio. Ma come si è giunti a questa decisione tanto drastica, poche ore dopo la conferenza stampa (nell’immagine della Fipav) di presentazione tenutasi nel Campiglio capitolino?


Un primo screening, ha reso noto la stessa Lega, è stato reso necessario dal riscontro di due positività ai tamponi antigenici nella giornata di lunedì eseguito nel gruppo di Chieri. Una delle due atlete, a quanto si è saputo, si è poi “negativizzata”, ma due altre sue compagne sono risultate positive al primo test rapido, per un totale di tre, rendendo quibndi necessario un ulteriore approfondimento attraverso i tamponi molecolari.


L’esito di questo test è giunto questa mattina, mercoledì 5 gennaio, facendo registrare un totale di quattro positività, numero sufficiente secondo quanto stabilito dal protocollo Covid della Federvolley per impedire a una squadra di prendere parte a una gara. Alla luce di questo, vista l’impossibilità né di rinviare l’intera manifestazione, Chieri è stata esclusa dalla stessa, ammettendo direttamente alla finalissima la Igor.


Da parte sua il presidente della Lega volley femminile Mauro Fabris si è detto dispiaciuto «dal punto di vista sportivo. Purtroppo queste sono le condizioni in tempo di Covid: giocare o non giocare. Nel primo caso significherebbe fermare uno dei soli tre movimenti insieme a calcio e basket che sono stati autorizzati a proseguire nelle loro attività anche nei momenti di più forte restrizione pandemica. Ne è dimostrazione la linea scelta dal campionato di calcio di serie A di proseguire nelle sue attività, nonostante decine e decine di calciatori bloccati dal Covid, nonostante l’ inevitabile impatto che il virus può avere sul singolo risultato sportivo. Tuttavia lo stesso si può dire di ogni altra attività umana, lavorativa o sociale: ciascuna di queste è condizionata dalla scoperta di contagi e dalle conseguenti limitazioni. Ribadisco, questo è il tempo che ci è dato da vivere».


Una finale di Coppa Italia, insomma, già sotto certi aspetti nata sotto una cattiva stella e proseguita peggio. Già colpita dal rinvio (ma in questo caso sarà possibile individuare un’altra data) della finale di A2, oggi partirà “monca”. Covid o meno, in molti dovrebbero riflettere su come sia stata gestita l’intera competizione… Intanto, in casa novarese il d.g. Enrico Marchioni ha detto di provare «sincero rammarico per non aver conseguito sul campo la qualificazione alla finale. I veri valori dello sport – ha aggiunto – si basano sulla competizione sportiva, su quanto avviene in campo, e non purtroppo su protocolli che a malincuore sono stati applicati».

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Luca Mattioli

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