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Polisportiva San Giacomo, 70 anni di storia: «Sogniamo il PalaPicchiarello»

Era il 1951 quando è nata la Sportiva, oggi è la Polisportiva San Giacomo, 70 anni di storia. E per un compleanno così importante la dirigenza ha organizzato una giornata speciale nel rispetto di tutte le regole

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Polisportiva San Giacomo, 70 anni di storia: «Sogno il PalaPicchiarello». Era il 1951 quando è nata la Sportiva, come la chiamava don Giacomo, oggi è la Polisportiva San Giacomo, una storia che dura da 70 anni. Le regole per la sicurezza delle persone sono ancora tante, ma la dirigenza è riuscita a trovare un modo speciale per poter soffiare su queste numerose candeline, domenica 6 giugno in via Ardemagni: dalle 9.30 alle 11.15 sono previste partite di calcio, alle 11.30 la premiazione del concorso “Regalaci il tuo pensiero” e alle 12 la messa al campo in ricordo di don Giacomo De Giuli. Per l’occasione non mancheranno autorità, sostenitori e la Caritas.

«Ci era stato chiesto lo scorso anno di accogliere come Polisportiva la Giornata nazionale dello sport a Novara, concentriamo il tutto in questa giornata, – dice il patron Sergio Ferrarotti – in questi 70 anni abbiamo fatto tante cose, siamo anziani, ma siamo giovani. Siamo l’unione di due generazioni, chi c’era all’inizio oggi è il nonno di chi frequenta la polisportiva, è un bellissimo messaggio di vita. In questi 70 anni sono cresciuti atleti, ma prima di tutto uomini». Per ricordare questa lunga storia la società ha raccolto numerose foto che verranno proiettate durante la giornata. Il presidente guarda al futuro e sogna: «Non lo nascondo, ci piacerebbe avere il PalaPicchiarello, dove poter svolgere le nostre attività, accogliere tutti gli atleti, dare spazio alle discipline minori, dare vita in modo definitivo a un percorso di sport e socialità come stiamo già facendo».

Se i 70 anni fossero arrivati solo un anno fa, forse non si starebbe parlando ora di festa, pur con tutte le regole che ancora vanno rispettate: «Credo che sarà un compleanno che ricorderemo, – dice il patron – spero sia un compleanno di ripartenza, per noi ma per tutto lo sport in generale, soprattutto quello giovanile. I ragazzi sono coloro che hanno sofferto di più e forse abbiamo un po’ sottovalutato la questione. I nostri ragazzi sono rimasti in casa quasi un anno e mezzo, hanno bisogno di tornare a condividere con i loro compagni. Hanno perso un tempo importante. Se noi adulti pensiamo alla nostra adolescenza abbiamo tanti ricordi, magari anche che ci fanno sorridere, per i nostri ragazzi non è così. Sta allora a noi fare in modo che si possa recuperare qualcosa nel sacrificio che lo sport richiede».

La foto è stata scattata in occasione di un momento di festa prima dell’emergenza sanitaria.

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