Lutto per i tifosi del Novara Calcio: si è spento Fabio Enzo

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Lutto fra sportivi novaresi appassionati di calcio. Nella sua Cavallino, centro della laguna veneta, si è spento nella giornata di oggi all’età di 74 anni Fabio Enzo, indimenticato attaccante del Novara Calcio per due stagioni negli anni ’70 in serie B.

Dopo aver mosso i primi passi nel settore giovanile del Venezia, iniziò la sua carriera professionistica a Salerno, per poi spostarsi nella Capitale: prima con la maglia della Tevere Roma e poi con quella più prestigiosa giallo-rossa, con la quale debuttò in serie A nella stagione 1966-’67 e dove è ricordato ancora oggi per un gol segnato in un derby alla Lazio. Altre “tappe” successive Mantova, Cesena, Napoli e Verona, prima di essere acquistato dal Novara nell’estate del 1972.

 

All’ombra della Cupola, con Santino Tarantola presidente e Carlo Parola allenatore, diventa ben presto il beniamino dei tifosi per il suo impegno in campo e la sua irruenza, agevolata dalla non indifferente stazza fisica. Potenza nelle conclusioni e nei colpi di testa sono il suo biglietto da visita, tanto che nel campionato di serie B 1972-’73 vince la classifica dei marcatori con 15 reti, precedendo l’ascolano Bertarelli e i genoani Corradi e Bordon, Nel torneo successivo si ferma a 12 segnature, non sufficienti per ripetersi a titolo personale e per far decollare la squadra dal centroclassifica. In due anni, comunque, 67 sono state le presenze in maglia azzurre, con 27 reti.

In vista del campionato 1974-’75 viene “sacrificato” al Foggia al termine di un’operazione di mercato che porta in azzurro il centrocampista Gigi Delneri. Altre maglie indossate successivamente furono quella della Reggina, dell’Omegna del 1977-’78 e della Biellese, dove chiuse la carriera nel 1983 contribuendo alla promozione dei lanieri in C2.

Tornato nella sua Cavallino, svolse diverse attività nell’ambito del settore alberghiero, rimanendo sempre in contatto con i numerosi tifosi e amici che si era fatto in tanti anni di peregrinazioni lungo la Penisola. Anche di Novara conservava un ottimo ricordo, raccontandolo con la sua inconfondibile parlata veneziana: «Una volta il paròn Tarantola el me ga dito che se volevo fermarmi a carriera finita mi avrebbe trovato un posto di fattorino in banca. No, grazie, non faceva per me. Preferisco l’aria aperta, anche se ghe da usare il badile… Sghei? Ne ho guadagnati, ma ne ho anche spesi. Mi sono goduto la vita».

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