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Hockey: per l’Azzurra è arrivata la retrocessione, ma non tutto deve essere buttato

Per l’Azzurra adesso è arrivato anche il “sigillo” della matematica. Superati si misura (3-4) anche dal Thiene quarto in classifica, i ragazzi di Claudio Battistella lasciano mestamente la serie A2. Un vero peccato che questo verdetto sia giunto al termine forse di una delle migliori prestazioni stagionali da parte di Mastropasqua e compagni. Tuttavia anche il match contro i vicentini è stato sotto certi aspetti lo specchio fedele di tutta un’annata sfortunata. Novaresi in grado di praticare un gioco anche piacevole ma poco concreto. E quando non è il portiere di turno a ergersi come protagonista ci si mettono anche i pali a negare i gol. Infine, quando l’Azzurra aveva meritatamente riagguantato gli avversari con una segnatura di Mele per il 3-3, ecco arrivare l’ennesima “bastonata” da parte del fischietto di turno, che a meno di 4′ dalla sirena decretava un rigore molto dubbio agli ospiti. Massima punizione poi trasformata da Casarotto. Era il 3-4 che impediva agli azzurri anche la soddisfazione di muovere una classifica che li vede ora (dopo il successo del Seregno) malinconicamente all’ultimo posto.

Dopo la sosta pasquale il campionato riserva ancora due turni. La trasferta di Bassano – sponda Roller – e il match interno conclusivo contro Modena. Coach Battistella ha assicurato e chiesto ancora una volta il massimo impegno da parte di tutti. C’é una maglia da onorare e, soprattutto, occorre programmare il futuro, facendo tesoro dell’esperienza maturata in questo disgraziatissimo anno. Un futuro che quasi certamente potrebbe essere rappresentato da Claudio Battistella alla guida tecnica, da un gruppo di giocatori che ancora deve crescere e da una società impegnata a valorizzarsi attraverso il suo settore giovanile.

Diciamo questo indipendentemente dalla riuscita o meno del progetto in essere che vedrebbe la rinascita dell’Hochey Novara (come società quella dei “32 scudetti”, come si è già detto alcune settimane fa). L’Azzurra deve continuare nel suo progetto, anche perché siamo convinti a Novara, che ha sempre “fame” di questa disciplina e della quale si considera un po’ la capitale, esistano gli spazi per una sana competizione sportiva, perché no?, magari anche qualche forma di collaborazione…

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Luca Mattioli

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