Arona, La Croce ritira la candidatura a sindaco

Ad Arona si è consumata la frattura fra Giovanni La Croce e il locale Pd, con il candidato di “Senso Civico” alla carica di sindaco che ha rinunciato ufficialmente alla sua corsa verso il Municipio della città del “Sancarlone”. Non prima però di rivolgere un pesante “j’accuse” proprio nei confronti dei “dem”.

 

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«Sono venute meno – ha dichiarato infatti – quelle condizioni che mi avevano indotto ad accettare la candidatura. Il progetto di “Senso Civico”, oggi è morto e sepolto sotto il fuoco…amico». Per La Croce il Pd «non poteva non costituire l’asse portante di questa operazione, ferma l’indipendenza e l’autonomia della lista e del candidato». Però? «Però il Partito Democratico non ha mai creduto seriamente nel progetto e nella mia persona. Nei fatti, questi tre mesi di campagna elettorale hanno visto il contributo fattivo solo di altre forze, mentre il Pd non solo è rimasto assente, ma talvolta ha finito per criticare i miei interventi. Si è arrivati persino a teorizzare che, vista l’attuale emergenza sanitaria, non si dovesse criticare l’operato dell’attuale Amministrazione nonostante non perda occasione ogni giorno per usare i canali istituzionali a fini elettorali e assumere provvedimenti in totale contrasto con il nostro programma».

A tutte queste parole non si è fatta attendere la replica del locale circolo del Pd: «Ho appreso del ritiro della candidatura di La Croce dalla sua pagina di un noto social – ha sottolineato la segretaria Virginia D’Angelo – poiché già da tempo non si confrontava con la sottoscritta. Sono dispiaciuta che nel suo post attacchi pubblicamente il nostro partito, inclusi i nostri consiglieri comunali che invece ringrazio per quanto fatto finora, accusandoci di poca partecipazione e omettendo la reale situazione che vedeva all’interno del suo comitato elettorale tre esponenti del mio direttivo, tra cui un rappresentante con il ruolo di coordinatore generale».

Per D’Angelo, «l’intesa e la fiducia con il candidato sono venute a mancare dopo che lui ha manifestato pubblicamente la totale indipendenza dal Pd, attaccandolo successivamente sui social e criticando il mio operato e quello di alcuni dirigenti del partito senza alcun motivo. Con questo comportamento ha dimostrato di non essere all’altezza della candidatura a sindaco, cercando così di scaricare la sua incapacità su altri. Come partito – ha concluso – lavoreremo sin da subito insieme ad altre realtà civiche per avere al più presto un nostro nuovo nome da opporre al candidato leghista Monti».

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Luca Mattioli

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Ad Arona si è consumata la frattura fra Giovanni La Croce e il locale Pd, con il candidato di “Senso Civico” alla carica di sindaco che ha rinunciato ufficialmente alla sua corsa verso il Municipio della città del “Sancarlone”. Non prima però di rivolgere un pesante “j’accuse” proprio nei confronti dei “dem”.   [the_ad id="62649"]   «Sono venute meno - ha dichiarato infatti - quelle condizioni che mi avevano indotto ad accettare la candidatura. Il progetto di “Senso Civico”, oggi è morto e sepolto sotto il fuoco…amico». Per La Croce il Pd «non poteva non costituire l’asse portante di questa operazione, ferma l’indipendenza e l’autonomia della lista e del candidato». Però? «Però il Partito Democratico non ha mai creduto seriamente nel progetto e nella mia persona. Nei fatti, questi tre mesi di campagna elettorale hanno visto il contributo fattivo solo di altre forze, mentre il Pd non solo è rimasto assente, ma talvolta ha finito per criticare i miei interventi. Si è arrivati persino a teorizzare che, vista l’attuale emergenza sanitaria, non si dovesse criticare l’operato dell’attuale Amministrazione nonostante non perda occasione ogni giorno per usare i canali istituzionali a fini elettorali e assumere provvedimenti in totale contrasto con il nostro programma». A tutte queste parole non si è fatta attendere la replica del locale circolo del Pd: «Ho appreso del ritiro della candidatura di La Croce dalla sua pagina di un noto social - ha sottolineato la segretaria Virginia D’Angelo - poiché già da tempo non si confrontava con la sottoscritta. Sono dispiaciuta che nel suo post attacchi pubblicamente il nostro partito, inclusi i nostri consiglieri comunali che invece ringrazio per quanto fatto finora, accusandoci di poca partecipazione e omettendo la reale situazione che vedeva all’interno del suo comitato elettorale tre esponenti del mio direttivo, tra cui un rappresentante con il ruolo di coordinatore generale». Per D’Angelo, «l’intesa e la fiducia con il candidato sono venute a mancare dopo che lui ha manifestato pubblicamente la totale indipendenza dal Pd, attaccandolo successivamente sui social e criticando il mio operato e quello di alcuni dirigenti del partito senza alcun motivo. Con questo comportamento ha dimostrato di non essere all’altezza della candidatura a sindaco, cercando così di scaricare la sua incapacità su altri. Come partito - ha concluso - lavoreremo sin da subito insieme ad altre realtà civiche per avere al più presto un nostro nuovo nome da opporre al candidato leghista Monti».

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