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Terzo Polo: «Facciamo del Mercato coperto spazi sportivi e una casa delle associazioni»

La proposta dei rappresentanti di Azione e di Italia Viva dopo l'ennesima asta andata deserta per l'acquisizione della palazzina di largo Don Minzoni e delle tre campate vuote della struttura di viale Dante

Di fronte alla cronica mancanza di acquirenti per le tre campate vuote del Mercato coperto di viale Dante e l’attigua palazzina che si affaccia su largo Don Minzoni i rappresentanti novaresi del “Terzo Polo” (Azione e Italia Viva) lanciano una suggestiva proposta: «Ricaviamo dagli spazi alcune piccole palestre per la pratica di diverse discipline sportive e al tempo stesso attrezziamo quella che era una volta la sede della Polizia municipale a “Casa delle associazioni”».


Lo sostengono i coordinatori provinciale e cittadino del partito di Carlo Calenda, Sergio De Stasio e Gabriele Cerfeda, e quelli della formazione di Matteo Renzi, Giuseppe Genoni e Lella Nava: «L’idea attuale dell’amministrazione comunale rimane quella di alienare il bene ma noi crediamo che potrebbe esserci un’alternativa. Quale? Destinare le tre campate a spazi sportivi, ossia trasformarle in tre mini palazzetti dello sport per praticare basket, pallavolo, tennis, padel, pattinaggio, calcio a 5 e altro ancora».


Riguardo la fattibilità due sono le strade proposte: «La prima è fare una manifestazione d’interesse rivolta esclusivamente a gruppi o società sportive o imprenditori che vogliono investire nel mondo dello sport. La seconda è mantenere la proprietà comunale adeguando gli immobili ad impianto sportivo, recuperando i fondi attraverso la partecipazione a bandi europei destinati alla rigenerazione urbana».


Per De Stasio, Cerfeda, Genoni e Nava «la domanda di sport in città è alta ma si scontra spesso con una bassa offerta di impiantistica sportiva. Pensiamo inoltre che l’indotto generato da utilizzatori sportivi potrebbe portare a rivitalizzare anche tutta l’attività mercatale limitrofa e non solo, per non parlare dei risvolti positivi in termini di salute e prevenzione nonché di promozione sociale».


Per quanto riguarda la palazzina «potrebbe essere destinata e trasformata in “Casa delle associazioni”, un unico luogo in cui le associazioni possano mettersi in rete, reperire strumenti e idee. In alternativa può essere destinata a spazio comune per giovani start-up o a sale studio per gli universitari. In questo modo – hanno concluso – il Comune avrebbe la possibilità di riconoscere fattivamente il contributo che l’associazionismo e il volontariato offrono alla comunità locale in termini di coesione sociale, sviluppo, solidarietà, partecipazione e cittadinanza attiva o in alternativa di venire incontro all’esigenze delle giovani generazioni».

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Luca Mattioli

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