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Gusmeroli: «La buona politica si fa scrivendo buone leggi e ascoltando la gente»

Il parlamentare aronese, nel confronto di ieri sera nel secondo appuntamento organizzato dalla Lega novarese, si è confrontato con i rappresentanti locali di Confindustria, Confartigianato e Confcommercio: «La tassa occulta della complicazione fiscale rappresenta un peso per il nostro Paese»

La buona politica vicina alle famiglie e alle imprese, ma anche la riforma fiscale, la valorizzazione del Made in Italy e le problematiche connesse alla cosiddetta intelligenza artificiale, Sono stati argomenti trattati nel dibattito che ha caratterizzato la seconda giornata, ieri, sabato 2 settembre, dell’iniziativa “La Lega delle idee” promossa per il terzo anno dal “Carroccio” di Novara. A confrontarsi con il deputato aronese Alberto Gusmeroli, introdotto dal segretario provinciale Massimo Giordano e moderato dalla giornalista Simona Arrigoni, il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa; il direttore di Confartigianato imprese Piemonte Orientale, Amleto Impaloni; il presidente di Ascom Novara, Maurizio Grifoni.


«Se vogliamo che la politica si riavvicini alla gente e sia buona – ha esordito Gusmeroli – la si fa anche scrivendo buone leggi». Volendo fare qualche esempio, «tutto ciò che è ruotato recentemente ai vari bonus è stata una buona idea, che però non si è tradotta in una buona legge. Al di là del credo politico credo che tutti vogliano trovare una soluzione per le imprese e le famiglie. Ma per fare buone leggi il politico deve confrontarsi con il territorio e la gente». E ancora: «Dallo scorso gennaio la X Commissione (presieduta proprio da Gusmeroli e che si occupa di Attività produttive ma anche di diversi altri settori) ha svolto un enorme lavoro di ascolto fra associazioni e organizzazioni di categoria. Un’indagine conoscitiva sulla valorizzazione del Made in Italy e l’anticontraffazione ha prodotto un documento finale di sessanta pagine, di cui le ultime sono state consegnate al Governo per un progetto di legge, approvato all’unanimità in Commissione. E’ quindi presumibile che diventi una buona legge».


«Quando pensiamo al Made in Italy lo dobbiamo fare con qualche numero – ha detto Filippa – Il Pil italiano al 70% è rappresentato da consumi interni e per il resto dall’export. Se i prodotti sono contraffatti il danno è evidente. I nostri prodotti vanno tutelati, nell’interesse di tutti». Un appoggio a questo progetto di legge arriva anche da Confartigianato: «Dai contenuti si potrà garantire continuità e forza – ha sostenuto Impaloni – alla competitività delle nostre imprese». Grifoni ha posto l’accento sul turismo, «quest’anno andato molto forte anche da noi, però occorre pianificare qualcosa di più. Per quanto riguarda il commercio stiamo reggendo grazie al consumo interno e al manifatturiero, anche se le spese rimangono alte. Bene ha fatto la Regione con i Distretti del commercio: deve passare l’idea che esistano dei luoghi organizzati che rappresentino la trazione e l’innovazione».


Capitolo intelligenza artificiale. Per Gusmeroli «come tutte le innovazioni deve essere governata, perché dietro l’obiettivo di migliorare la qualità della nostra vita si annidano anche pericoli e criticità. Anche qui dovremo fare una grande opera di ascolto, lavorando perché non si perdano posti di lavoro». Filippa ha voluto snocciolare qualche numero: «Lo scorso anno in Italia tantissime aziende hanno sviluppato l’intelligenza artificiale, con una crescita del 32%. Il problema rimane fra i grandi e i piccoli, dove il 33% dei primi stanno già implementando programmi di “ia”, mentre un altro 55% sta effettuando studi. Purtroppo tra le piccole – medie aziende solo il 13% lo sta facendo. Se anche loro non riusciranno a farlo correranno il rischio di rimanere indietro. Che ci piaccia o no, l’intelligenza artificiale sarà il futuro: aumentarà la produttività, ma ci saranno meno lavoratori».


«Ci troviamo di fronte a una sorta di quarta rivoluzione industriale – questo il pensiero di Impaloni – Il modello economico del nostro Paese, come quello di tutti quelli avanzati, si modifica. L’aumento della capacità produttiva non è legata al numero degli addetti. Serve una migliore organizzazione. Il vero tema da capire dal punto di vista sociale è cosa far fare a tutte quelle persone che non lavoreranno più, impiegandole in altri settori». Un po’ provocatore, invece, Grifoni: «L’intelligenza artificiale la stiamo chiamando nel modo sbagliato. E’ un motore sintattico ma non semantico. Alla fine fa quello che gli diciamo noi. L’essere umano deve essere riportato al centro di ogni attività. E’ invece il digitale che può creare delle fratture dal punto di vista etico».


Infine il tema della riforma fiscale. Gusmeroli: «Siamo il Paese con la più bassa autostima, fra i migliori del mondo ma il più complicato dal punto di vista fiscale. Qualsiasi riforma deve abolire prima di tutto un’imposta occulta che si chiama “complicazione” e che produce ogni anno danni per miliardi». Questo il primo aspetto. Poi occorre ridurre la tassazione. Cosa fare allora? «Cominciare ad aiutare le attività economiche riducendo, con la pressione fiscale, anche le complicazioni, abolendo microtasse il cui gettito è inferiore al costo che ha lo Stato nel gestirlo. Nella convinzione che una semplificazione permetterà di far emergere anche il sommerso. La flat tax? Non possiamo certo attuarla domani mattina, ma rimane un obiettivo di fine legislatura. In ogni caso la tassa occulta della complicazione fiscale rappresenta un peso per il nostro Paese».


Un’analisi condivisa dal rappresentante di Confindustria: «Al di là della pressione fiscale siamo un Paese complicatissimo. A tanti possibili investitori stranieri mancano la sicurezza e la certezza che le cose non possano cambiare da un anno all’altro». Per Impaloni «a nostro avviso complicazioni e burocrazia rappresetano almeno un punto del nostro Pil. Occorre semplificare dalle cose più semplici, come la richiesta ai cittadini da parte della publbica amministrazione di documenti dei quali una altro ente è già in possesso». Grifoni: «Siamo bravi a gestire un mondo che non c’é più».


Venedo alle conclusioni, cosa può fare il Governo per il territorio? Filippa: «Occorre ragionare a medio – lungo termine e che ogni soggetto faccia il proprio lavoro. Chiediamo che il Governo sia più “presente” in ambito europeo». Impaloni ha affrontato invece il tema delle comunicazioni: «Alla luce di quanto accaduto recentemente al confine con la Francia occorre poteziare il traffico del Sempione, in modo da avere un canale diretto fra il Piemonte e il nord Europa. A livello locale la Motorizzazione di Novara è quella che funziona peggio, perché non consente di effettuare la revisione dei veicoli, soprattutto pesanti, che devono circolare. Sulla questione degli Euro 5 non chiediamo una deroga, ma una revisione totale del meccanismo per le verifica dell’emissione di inquinanti nell’aria». Grifoni: «Occorre cercare di aiutare questi territori a recuperare la loro identità e stimolare interventi da parte degli investitori anche attraverso una riforma della previdenza complementare».


Nelle sue riposte il parlamentare aronese ha focalizzato le richieste in ambito europeo, soffermandosi su diverse problematiche come riuso – riciclo, abitazioni “green” e mezzi di trasporto. Da qui un primo appello elettorale: «Ricordiamoci di tante cose, perché quello del prossimo anno non sarà un voto qualunque».

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Luca Mattioli

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