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Camere sciolte, si voterà il 25 settembre. Le prime reazioni dei parlamentari novaresi

Sozzani (Forza Italia): «Un epilogo che non ho condiviso». Liuni (Lega): «Avremmo accettato un Draghi-bis, con un'altra maggioranza, ma non le sue bacchettate»

Prime reazioni a caldo di alcuni parlamentari novaresi uscenti dopo lo scioglimento delle Camere. Diego Sozzani, deputato di Forza Italia, non nasconde il suo rammarico: «Nella giornata di ieri si è registrato un epologo che non condivido rispetto a un Governo come quello guidato da Mario Draghi che aveva generato una certa autorevolezza anche a livello internazionale. Andare al voto in questo momento porterà a una situazione che finirà con il pesare sulle spalle degli italiani». Previsioni elettorali? «Vedremo. Spero solo che in un senso o un altro gli elettori scelgano un campo in modo deciso, in modo che esca una maggioranza forte e non di compromesso. L’esperienza di questi anni dovrebbe avere insegnato qualcosa».


E a livello personale? «Da tempo sto dicendo che avrei considerato conclusa la mia esperienza politica alla fine della legislatura. Sono entrato per la prima volta in Consiglio comunale a Novara nel 1988. Penso che dopo 34 anni sia giusto lasciare spazio ad altri. Se restero in Forza Italia? Sì, ma come semplice militante. Se me lo chiederanno sarò disposto anche a lavore i pavimenti, ma userò un detersivo… molto forte. Per il resto tornerò a fare l’ingegnere a tempo pieno e a dedicarmi al mio vero hobby, l’arte e le mostre».


Il leghista Marzio Luini non risparmia invece accuse al Movimento 5 Stelle e al Partito Democratico: «Purtroppo abbiano constatato ancora una volta l’inaffidabilità dei “grillini”, cosa che avevamo già vissuto proprio nell’estate di tre anni fa con la caduta del primo Governo Conte. Però – aggiunge – chi per primi hanno “inquinato i pozzi” sono stati i “dem” portando in aula proposte di legge come quelle sulla cannabis o la cittadinanza facile. Temi a nostro avviso non di stretta urgenza». Ma per il segretario provinciale del “Carroccio” quello che il suo partito non ha proprio “digerito” sono stati gli affondi nella giornata di ieri del premier proprio nei confronti della Lega: «Saremmo stati disponibili ad accettare un Draghi-bis con una maggioranza diversa e con un nuovo programma, ma le bacchettate che abbiamo subito no. Per lui i problemi dei taxisti o dei balneari non erano urgenti. Il vero problema riguarda il fatto che è stata innescata una bomba sociale che esploderà nei prossimi mesi. Il voto il 25 settembre? Questo vuol dire lavorare per la presentazione delle candidature, dei simboli e le varie documentazioni nei giorni a cavallo del Ferragosto, Assurdo». Una previsione infine sul voto: «Tutti danno un’affermazione importante del centrodestra, ma nessuno di noi ha una sfera di cristallo».

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Luca Mattioli

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