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Oleggio, nasce il “negozio” solidale per le persone bisognose: si possono scegliere gli indumenti

Nastrino rosso: puoi prenderne fino a due capi; nastrino giallo: fino a tre capi; nastrino verde: fino a 15 capi. E poi ci sono gli indumenti di intimo, quali calze e slip, che sono in pacchetti tutto sterilizzato. E’ la regola del semaforo quella che guida “Mulinelli riveste”, lo spazio creato dall’associazione oleggese Mulinelli di sabbia per accogliere le famiglie in difficoltà e aiutarle nel vestiario dei bambini, dalla nascita ai 16 anni.

Ma c’è qualcosa di speciale in questa idea: i famigliari possono curiosare tra i capi e le scarpe, e anche i giocattoli, per poter scegliere ciò che preferiscono. Lo spazio allestito, ricavato grazie al Comune al primo piano di Villa Negri, si presenta come un vero negozio: all’ingresso sulla destra e davanti ai propri occhi gli stendini con appendini e qualsiasi tipo di abito, a sinistra invece c’è la parete delle scarpe. Oltre a un “retro” dove i volontari ritirano i capi di abbigliamento e rinfoltiscono gli stendini oppure cercano taglie o colori particolari in caso di richiesta.

A queste famiglie viene chiesta un’erogazione liberale, una piccolissima offerta, che ha due valori importanti: innanzitutto alleggerisce di molto il pensiero del dover “chiedere aiuto”, con un pagamento, sebbene minimo, è davvero come essere in un negozio; e poi le offerte raccolte finiscono tutte in Kenya a Salama Based Organization, un gruppo di supporto all’integrazione sociale di ragazze madri ospitate nella baraccopoli di Kibera.  Mulinelli di sabbia aveva già contribuito a questo progetto con un grande finanziamento e ora continuerà a prestare aiuto con quanto raccolto da “Mulinelli riveste”.

«L’aspetto psicologico in questo tipo di aiuto è molto importante, – spiega Massimo Idda, presidente dell’associazione – e per questo abbiamo pensato di provare a soddisfare queste famiglie non solo per la quantità di ciò che viene offerto, ma anche per la qualità. Un modo per dare a tutti più dignità, con una modalità così particolare e allo stesso tempo “normale” risulta anche nomale chiedere aiuto. Così come noi scegliamo all’interno di un negozio così possono fare queste persone». Prima di entrare nella sala-negozio in corridoio ci sono anche tante scatole di giocattoli, che si possono prendere senza un limite di numero. Un progetto importante reso possibile grazie alla grande rete che si sta creando con il Cisas, le scuole e la sezione di Assistenza sociale del Comune. I volontari hanno rimodernato lo spazio concesso, con vernice alle pareti, una sala d’aspetto e, dato il momento, non mancano gel igienizzanti. La scelta di rivolgersi prettamente ai bambini è mirata: «Ci siamo resi conto che spesso gli adulti sono selettivi, tendono comunque a cercare ciò che piace e quindi a volte capita di avere dei tipi di vestiario che rimangono lì per tempo. Per i bambini il ragionamento è diverso, si adattano molto di più e poi c’è tanto ricambio fra le famiglie, quindi c’è sempre buon assortimento».

Come funziona
Al momento i giorni per poter visitare il negozio sono tre: martedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12. Il martedì e il sabato si accede tramite appuntamento online con una piattaforma che viene fornita, il sabato è invece libero così da consentire anche a chi è poco tecnologico di poter godere del servizio. «Quando le famiglie si avvicinano noi forniamo tutti i dettagli, – spiega Idda – ci si registra e si prenota il giorno. Il sabato invece si deve attendere e quando ci sono già quattro persone in attesa, distanziate, chiediamo alle altre di tornare. Non chiediamo Isee, ci fidiamo delle persone, chiediamo solo alcuni dati per poter registrare gli accessi». Al momento sono otto le persone dell’associazione che collaborano per questo progetto: «Se qualcuno fosse disponibile ci piacerebbe allargare la squadra, più siamo e più possiamo consentire ore di aperture e quindi di servizio».

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Elena Mittino

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