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Come si arriverà al Piano della mobilità sostenibile

Sul Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) il Comune accelera. La conferenza organizzata “a distanza” da Palazzo Cabrino nella mattinata di ieri, venerdì 31 ottobre, sul tema ha evidenziato la necessità della condivisione di un percorso che individui le modalità di trasporto collettivo che contribuiscano a ridurre l’inquinamento, ma anche, come ha detto il dirigente del servizio Governo del territorio Maurizio Foddai, «più amichevole la fruizione dei luoghi urbani».

In questo contesto il Pums dovrà essere una sorta di «Piano regolatore della mobilità». Un “contenitore”, per l’assessore alla Mobilità Luca Piantanida nel suo intervento iniziale di saluto, «all’interno del quale inserire diversi temi come le piste ciclabili, il piano della logistica e altre forme di trasporto “green”»; strumento, ha ricordato invece il direttore generale del Comune Roberto Moriondo, «inserito dall’Amministrazione nel Dup, con l’ambizione di andare a selezionare quelli che sono degli obiettivi misurabili e raggiungibili per Novara», tenendo conto della sua collocazione geografica e del contesto demografico, «per favorire un miglioramento della qualità della vita, non solo percepita». Iniziative in passato sono già state più volte attuate, ma ora si dovrà lavorare «per alzare l’asticella su quella che è l’attenzione che dovranno mettere in campo anche gli operatori che si insedieranno in città».

A redigere il Pums è stata incaricata, come si ricorderà, una società umbra, la Sintagma di San Martino in Campo (Perugia), che attraverso i suoi responsabili ha presentato quelli che dovrebbero essere le azioni da mettere in campo, il processo di partecipazione e la costruzione degli scenari: «Un approccio diverso da quelli che erano i vecchi Piani del Traffico – ha ribadito Tito Berti Nulli – perché si devono collocare al centro le persone e non le automobili».

 

 

In un contesto attuale dove da mesi ci si è dovuti confrontare con la pandemia e un primo lockdown, alcuni dati elaborati parlano chiaro: «Fato 100 il volume di traffico sino a marzo, nel corso della chiusura questo valore è sceso a 20, per risalire a 70 con la riapertura e collocarsi oggi a 50». E nell’ambito di una strategia europea definita Asi le azioni da declinare saranno tre: «Ridurre il fabbisogno della mobilità, favorire i trasporti sostenibili e migliorare i mezzi».

Nel corso dei lavori sono stati portati gli esempi di due città profondamente diverse come Pesaro e Verona che si sono avvalse di Sintagma, ma al tempo stesso Berti Nulli ha voluto ricordare come in realtà «il servizio dovrà essere costruito su misura. Sono importanti le esperienze, ma anche avere un quadro conoscitivo, valutando gli aspetti peculiari della città di Novara». Ma, si è ribadito ancora, occorrono tempi, gradualità e fasi di sperimentazione. Infine, la tempistica: «Un buon Piano può essere realizzato nell’ordine di mesi ed avere coraggio. Tenendo conto delle possibili reazioni, perché il dissenso è immediato e il consenso ha tempi lunghi».

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Luca Mattioli

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