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Mentre lo scorso agosto visitavo la mostra Tuuumultum! Campionature tra arte, musica e rumore dalle collezioni del MART,  allestita Casa darte futurista Depero a Rovereto, avevo avuto una premonizione, beh forse premonizione è un potroppo biblico, diciamo un pensiero funesto. Avrei avuto molto tempo per scrivere questo post in un lockdown prossimo futuro. Purtroppo così è stato e allora eccomi qui a raccontarvi di questa bella ed originale mostra, un itinerario sinestesico e dialogico, tra arti visive e produzione rumoristicadel Novecento che si snoda a partire dalle origini della musica futurista, legata ai nomi di Luigi Russolo e di Francesco Balilla Petrella, e arriva fino agli Einstürzende Neubauten e ai Throbbing Gristle, passando per ronzatori” e crepitatorifuturisti. Un apparato di spartiti, fotografie, manifesti ,oggetti e scritti sullaltra musica.

Tante le presenze significative anche tra la musica extra-colta, come Bernard Heidsieck, John Cage, Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, ma anche la poesia sonora e naturalmente il jazz, anche quello italiano, ben rappresentato dalle locandine dei concerti nei locali milanesi storici, quali lArethusa, il Santa Tecla, il Mocambo. Un apparato iconografico quasi esaustivo: ancora locandine del Teatro Dal Verme, che nel 1914 proponeva il Gran Concerto  Futurista dIntonarumori”,o il libriccino di Luigi Russolo intitolato Larte dei rumorie poi ancora locandine di mostre darte famose come Chopin, partiture per 15 pianofortidel maggio 1979 alla Rotonda della Besana di Milano o la partitura-monstre di Sylvano Bussotti di La passion selon Sadee via via fino alla musica più popolare con i manifesti del Festival del Proletariato Giovanile al Parco Lambro di Milano, dove la musica sperimentale ebbe una parte importante a partire dal magnifico concerto degli Area” di Demetrio Stratos. Immancabili alcune icone delle musiche delle avanguardie (volutamente al plurale), come i Velvet Underground, con il loro flexi-disc”allegato al volumone Andy Warhols Index Box, o come laffiche di Janis Joplin, allegato a Oz Magazine”.

E poi  le copertine di Re Nudo”, di Frigidairee tante altre pubblicazioni-culto che in quegli anni ho avuto la fortuna di acquistare e leggere. La mostra è stata curata da Nicoletta Boschiero e da Duccio Dogheria ed è accompagnata da un raffinato ed esaustivo catalogo che ho divorato con voracità, senza aspettare il prossimo lockdown…

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Mario Grella

Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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