1° Maggio e lavoro giusto

Ancora una volta è il 1° Maggio, festa dei Lavoratori più che genericamente del lavoro. In primo piano sono infatti le persone, uomini e donne, giovani ma anche adulti e anziani, italiani ma sempre di più non italiani che lavorano in Italia soprattutto nei lavori più umili e sfruttati come nella logistica ma anche nel lavoro domestico e di cura.

Lavoratori part-time, spesso non per loro scelta,  che però sono conteggiati come i lavoratori a tempo pieno anche se per fare uno stipendio pieno, anche se basso, devono mettere insieme due o tre lavori.

Lavoratori spesso a tempo determinato, precario per definizione.

Oggi il lavoro umano, intellettuale o ancora prevalentemente intellettuale, anche in barba a tante discusse avveniristiche sull’intelligenza artificiale, é sempre centrale e insostituibile nella nostra società e così i lavoratori.

Per questo il voto referendario dei prossimi 8 e 9 giugno riguarderà ancora come si regolano i rapporti di lavoro per legge. 

Le leggi sul lavoro non possono sostituire l’evoluzione culturale e la coscienza morale dei singoli datori di lavoro e degli stessi lavoratori, non possono sostituire le stesse relazioni sindacali e la contrattazione collettiva ma danno comunque un’impronta e una cornice anche all’azione dei sindacati e ai comportamenti delle imprese.

Si deve o non si deve obbligare al reintegro di un lavoratore licenziato senza giusta causa? 

Si può assumere a tempo senza precisare la causale invece di assumere a tempo indeterminato?

Chi appalta una lavorazione ad un’altra impresa deve essere o no sempre corresponsabile in caso di infortuni ed inosservanza delle norme sulla sicurezza del lavoro ?

A questo siamo chiamati tutti noi come cittadini a rispondere nei referendum abrogativi ma al di là delle nostre legittime e diverse opinioni oltre che un nostro diritto rispondere e quindi votare sarebbe anche un nostro dovere .

Perché il lavoro interessa tutti noi che lavoriamo o abbiamo lavorato e siamo consumatori di merci e utenti di servizi e quindi di chi ci lavora. 

Non potremo dire che non hanno chiesto il nostro parere su cosa debba essere il Lavoro in Italia e cosa intendiamo per Lavoro giusto.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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1° Maggio e lavoro giusto

Ancora una volta è il 1° Maggio, festa dei Lavoratori più che genericamente del lavoro. In primo piano sono infatti le persone, uomini e donne, giovani ma anche adulti e anziani, italiani ma sempre di più non italiani che lavorano in Italia soprattutto nei lavori più umili e sfruttati come nella logistica ma anche nel lavoro domestico e di cura.

Lavoratori part-time, spesso non per loro scelta,  che però sono conteggiati come i lavoratori a tempo pieno anche se per fare uno stipendio pieno, anche se basso, devono mettere insieme due o tre lavori.

Lavoratori spesso a tempo determinato, precario per definizione.

Oggi il lavoro umano, intellettuale o ancora prevalentemente intellettuale, anche in barba a tante discusse avveniristiche sull’intelligenza artificiale, é sempre centrale e insostituibile nella nostra società e così i lavoratori.

Per questo il voto referendario dei prossimi 8 e 9 giugno riguarderà ancora come si regolano i rapporti di lavoro per legge. 

Le leggi sul lavoro non possono sostituire l’evoluzione culturale e la coscienza morale dei singoli datori di lavoro e degli stessi lavoratori, non possono sostituire le stesse relazioni sindacali e la contrattazione collettiva ma danno comunque un’impronta e una cornice anche all’azione dei sindacati e ai comportamenti delle imprese.

Si deve o non si deve obbligare al reintegro di un lavoratore licenziato senza giusta causa? 

Si può assumere a tempo senza precisare la causale invece di assumere a tempo indeterminato?

Chi appalta una lavorazione ad un’altra impresa deve essere o no sempre corresponsabile in caso di infortuni ed inosservanza delle norme sulla sicurezza del lavoro ?

A questo siamo chiamati tutti noi come cittadini a rispondere nei referendum abrogativi ma al di là delle nostre legittime e diverse opinioni oltre che un nostro diritto rispondere e quindi votare sarebbe anche un nostro dovere .

Perché il lavoro interessa tutti noi che lavoriamo o abbiamo lavorato e siamo consumatori di merci e utenti di servizi e quindi di chi ci lavora. 

Non potremo dire che non hanno chiesto il nostro parere su cosa debba essere il Lavoro in Italia e cosa intendiamo per Lavoro giusto.

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