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“Rossini Lab” torna al Coccia con “L’inganno felice” e la prima assoluta di “Cavilli”

Nuova produzione, la seconda, del progetto quinquennale Dna Italia che il Teatro porta avanti con il conservatorio Cantelli

“Rossini Lab” torna al Coccia con “L’inganno felice” e la prima assoluta di “Cavilli”. Una nuova produzione, la seconda, del progetto quinquennale Dna Italia che il Teatro novarese porta avanti con il conservatorio Cantelli allo scopo di coltivare nuove voci talentuose proprio attraverso il laboratorio “Rossini Lab”.

«L’obiettivo è quello di selezionare i cantanti attraverso un lavoro intensivo di quattro settimane con diverse figure professionali di riferimento – ha spiegato il responsabile del laboratorio e docente del Canelli, Giovanni Botta -. Si tratta di un grande progetto che il prossimo anno sarà anche configurato meglio con un docente che accompagna i cantanti nella lettura dello spartito».

«Il progetto ha esordito lo scorso anno sempre in autunno con “La cambiale di matrimonio” – ha ricordato la direttrice del Coccia, Corinne Baroni -. Un percorso con il quale vogliamo tornare al futuro: il simbolo di Dna è proprio Rossini che ha composto una forma operistica tutta italiana. Federico Biscione, autore di “Cavilli”, rappresenta l’anello di congiunzione tra quello che è stato è quello che sarà, portando un scena una tradizione attualizzata. Lui tra tutti i professionisti che abbiamo ingaggiato è quello che ha più responsabilità».

«Un onere che sento molto forte nei confronti del pubblico – ha commentato lo stesso Biscione -. La società tende a renderci macchine e a soffocare i desideri: per compensazione viene voglia di mettere in atto il potere. “Cavilli” è proprio l’espressione di un uso distorto del potere».

Il direttore d’orchestra Luciano Acocella ha, invece, commentato il lavoro rossiniano: «L’inganno felice è la storia dell’assurdo: non è una vera farsa, ma un’opera semiseria».

«Una sfida – l’ha definita il regista, Matteo Anselmi – perchè la struttura quest’opera ha la struttura di una farsa ma la forma di una spy story. Noi l’abbiamo ambientata su un piattaforma petrolifera in cui la protagonista vive da 10 anni. Un lavoro in cui la figura femminile ha una rilevanza importante».

La squadra del Coccia è la stessa di altre produzioni: le scene sono state affidate a Matteo Capobianco, o costumi a Silvia Lumes e le luci a Ivan Pastrovicchio

Le due opere andranno in scena una di seguito all’altra venerdì 20 ottobre alle 20.30 e domenica 22 alle 16. Info e biglietti QUI

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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