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L’Alto Piemonte e il Gran Monferrato in corsa per diventare Città europea del vino 2024

La candidatura dei due territori, dopo il primo annuncio lo scorso 23 luglio ad Acqui Terme, è stata presentata ieri mattina nell'aula consiliare di Palazzo natta dal vicepresidente nazionale dell'associazione Città del vino Vercelloni, dai sindaci dei Comuni interessati e dai responsabili delle rispettive enoteche

Due aree geografiche contigue del Piemonte, con denominatore comune la forte vocazione vitivinicola, hanno unito le forze con lo scopo di tagliare insieme un importante traguardo, quello di Città (in questo caso territorio) europea del vino 2024. La candidatura, dopo un primo annuncio lo scorso 23 luglio ad Acqui Terme, è stata presentata ieri mattina, martedì 2 agosto, anche a Novara nell’aula consiliare di Palazzo Natta.


A fare gli onori di casa il presidente della Provincia di Novara Federico Binatti (in collegamento telefonico è poi intervenuto anche il collega di Alessandria, Enrico Bussalino), con il consigliere delegato Davide Ferrari e la presidente del Consiglio comunale di Borgomanero Annalisa Beccaria. E poi, per la parte novarese, i sindaci di Ghemme Davide Temporelli, Briona Davide Giordano e di Fara Aldo Giordano. Infine i principali addetti ai lavori, cominciando da Stefano Vercelloni, vicepresidente nazionale e delegato piemontese per l’associazione Città del vino, con il consigliere Valentino Guglielmino, il direttore dell’Enetoca di Gattiara Umberto Stupenengo e il presidente di quella di Ovada e del Monferrato Mario Arosio.


Un progetto che nasce da lontano, ha spiegato Vercelloni, che avrebbe dovuto concretizzarsi forse quest’anno, ma l’edizione 2022 del riconoscimento di “Città del vino”. Le complicazioni legate alla pandemia hanno provocato uno slittamento, e Ghemme, che stava già da tempo pensando a candidarsi, davanti alle prime notizie di un analogo progetto che stava per essere presentato anche da Ovada, «ha scelto la strada di unire le forze, in quando più soggetti vengono coinvolti maggiori sono le possibilità di successo. Con questa iniziativa due porzioni della nostra regione in fase di espansione avranno la possibilità di essere scoperte».


Ottenere questo riconoscimento comporterà diverse possibilità ma anche un grande impegno, «perché le città dovranno organizzare eventi culturali che tengano in considerazione la tradizionale cultura vitivinicola. Le attività e le iniziative incluse nel progetto dovranno coinvolgere tanti altri soggetti (si è parlato nel corso dell’incontro anche della stessa Università del Piemonte Orientale per le sue particolari caratteristiche di presenza sul territorio, ndr), garantendo l’accoglienza dei visitatori e delle delegazioni che provengono da diverse parti d’Europa». Forse quello di una possibile carenza nel settore delle strutture ricettive potrebbe essere un neo, superabile grazie anche alla presenza dei vicini laghi.


La sfida è comunque iniziata. Come primo atto afficiale è stata costituita l’assemblea dei Comuni delle città del vino con la partecipazione delle amministrazioni di Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Brusnengo, Fara Novarese, Gattinara, Ghemme, Maggiora, Mezzomerico, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vigliano Biellese e Villa del Bosco per l’Alto Piemonte; Acqui Terme, Casale Monferrato e Ovada per il Gran Monferrato, insieme alle Province di Alessandria, Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli. Da qui la formazione di un comitato ad hoc che avrà il compito di portare a compimento la candidatura nel prossimo settembre formato da Mario Arosio come presidente, Danilo Rapetti (primo cittadino di Acqui Terme), Umberto Stupenengo, Davide Temporelli e Davide Giordano come componenti. La sede del comitato sarà presso l’Enoteca di Gattinara.

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Luca Mattioli

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