Sale cinematografiche e teatri saranno, con ogni probabilità, gli ultimi a riaprire. E se ci saranno le condizioni per farlo. La “scaletta” alla quale sta da tempo lavorando il governo per la fase 2 non sembra voler fare sconti. Ma i gestori, a Novara come nel resto d’Italia, non ci stanno, storcendo il naso anche di fronte alla proposta del ministro Dario Franceschini di attuare alcune iniziative come la formula a distanza o il passaggio a nuove piattaforme digitali.
Uno spettacolo teatrale davanti alla tv o su un tablet? Decisamente contrario è Vanni Vallino, presidente della fondazione Teatro Faraggiana: «Il teatro è partecipazione diretta, tanto per chi sta sul palcoscenico quanto per chi è seduto in sala. Deve suscitare un’emozione, altrimenti non sarebbe teatro». Analogo discorso andrebbe fatto per un film: «Il grande schermo conserva intatto il suo fascino, si tratta di un vero e proprio “rito” da vivere in coppia o con gli amici». Ma al di là di queste considerazioni quasi romantiche, la preoccupazione maggiore rimane quella «di quando e in che termini potremo riaprire davvero e come ci si dovrà comportare di conseguenza».
Sulla stessa lunghezza d’onda Mario Tosi, gestore in città del Vip e Araldo: «In questi giorni se ne stanno sentendo di tutti i colori – commenta quasi sconsolato – sta di fatto che la realtà vera è che siamo fermi, ma le spese gestionali le dobbiamo affrontare. In una situazione come questa occorre davvero che, al di là delle parole, politici e amministratori facciano qualcosa di concreto per il settore, attraverso contributi e agevolazioni».
Fra le tante proposte di questo ultimo periodo è rispuntata l’idea di riproporre gli storici drive in: «Si tratta di un’ipotesi decisamente anacronistica. Chi lo dice evidentemente non conosce i costi che si devono affrontare, non basta avere uno spiazzo per far parcheggiare le auto. Piuttosto, visto che stiamo entrando nella bella stagione, si potrebbe agevolare i cinema all’aperto, rispettando comunque le distanze di sicurezza fra gli spettatori». E l’idea di nuove piattaforme digitali? «Porterebbero soldi in più unicamente ai produttori. Ma noi e il pubblico stiamo gli ultimi anelli della catena».
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