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Alla Negroni il filosofo Salvatore Natoli “porta” il dolore e la redenzione dei “Promessi sposi”

Giovedì 9 marzo Anna Cardano presenta un viaggio tra fede e peccato nei Promessi sposi: L'animo degli offesi e il contagio del male del filosofo Salvatore Natoli

La rassegna “Manzoni allo specchio” prosegue a Novara in Biblioteca Negroni, corso Cavallotti 6, giovedì 9 marzo, alle 17,45, con gli “Sconfinamenti tra storia e letteratura” a cura di Anna Cardano, dedicati a “L’animo degli offesi e il contagio del male” del filosofo Salvatore Natoli (Il Saggiatore).

L’evento si svolge come di consueto in sala Genocchio, a palazzo Vochieri, in corso Cavallotti 6 a Novara, con ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Il dolore, la pietà, l’eterno dilemma del male. Nobiltà e popolo, vincitori e vinti. Alessandro Manzoni ha scavato nelle miserie umane come pochi altri nella storia della letteratura, tanto nell’enormità del peccato quanto nelle piccinerie dei mediocri, nelle prevaricazioni dei potenti come nella ribellione degli ultimi. In “L’animo degli offesi e il contagio del male” Salvatore Natoli guida i lettori manzoniani al cuore delle sofferenze narrate nei Promessi sposi, dei dilemmi dei personaggi e delle loro reazioni alle avversità dell’esistenza.

Natoli riflette sui concetti di male e bene, fede e peccato, perdizione e redenzione; affronta le grandi domande poste dalla psicologia di Renzo, Lucia e Gertrude; confronta questi «esseri di carta» con loro illustri predecessori come il Don Giovanni mozartiano o la Justine sadiana; ne dimostra l’infinita, sorprendente capacità di parlare sia del nostro passato di campi di prigionia sia del nostro presente di cadaveri in mare: la banalità del male è senza tempo. Con la consapevolezza che tutti, anche i più puri tra gli innocenti, quando subiscono ingiustizia sono inevitabilmente portati a vendicarsi, a macchiarsi di colpa, dunque a perpetuare il circolo del vizio. L’animo degli offesi e il contagio del male è l’aureo libello con cui uno dei massimi pensatori italiani viventi sottrae il padre nobile della nostra letteratura recente agli schematismi da antologia scolastica e gli restituisce tutta l’attualità e la ricchezza di sfaccettature che gli sono proprie. Come scrive Assmann, l’interpretazione di un classico «diventa un atto del ricordo e l’interprete un ricordatore, che sollecita il recupero di una verità dimenticata». Scrivere di Manzoni significa tendere perennemente al recupero di questa verità.

Salvatore Natoli è professore di Filosofia teoretica all’Università degli Studi di Milano Bicocca. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo L’edificazione di sé (Laterza, 2015), Il buon uso del mondo (Mondadori, 2015), Il rischio di darsi (il Mulino, 2016), L’esperienza del dolore (Feltrinelli, 2016), L’arte di meditare (Feltrinelli, 2016) e Dizionario dei vizi e delle virtù (Feltrinelli, 2017).

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